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Benevento – Nulla nel calcio conta più dei tre punti. Fabio Caserta lo sa e bada al sodo quando analizza le dinamiche di una partita agganciata a una giostra impazzita. Decine di occasioni davanti, altrettanti brividi dietro. L’equilibrio arriverà, intanto la vittoria va tenuta stretta anche perché anticipa le sfide con Parma e Lecce, due serie candidate alla promozione. 

E allora nella notte del Ciro Vigorito, la prima di una lunga serie – si spera – davanti al pubblico amico, il Benevento non ha deluso le aspettative di chi sa come funzionano le cose nel mondo del football, dove chi vince ha sempre ragione. Soprattutto ad agosto, quando le squadre sono un cantiere aperto e la parola ‘equilibrio’ rappresenta una chimera. 

Sinteticamente, cosa è andato nel primo Benevento di questa nuova serie B: incisività dalla trequarti in avanti, intesa nel reparto offensivo, capacità di soffrire dei singoli, centrocampo solido per quasi tutta la gara, pericolosità degli esterni d’attacco. Cosa non è andato nel primo Benevento di questa nuova serie B: scarsa attenzione ai dettagli nella fase di non possesso, il ritardo di condizione di alcuni elementi, troppi rischi sulle palle inattive, intesa da migliorare tra i centrali difensivi, costruzione dal basso macchinosa. Elementi da chiarire ma tipici di un periodo dell’anno in cui il sole batte ancora forte e le spiagge sono piene. 

Sarà stato anche questo a far sì che gli spalti non fossero affollati come si aspettava Oreste Vigorito. Nell’intervista rilasciata ai microfoni di Ottochannel, il presidente non ha nascosto l’amarezza per un dato – 2869 biglietti venduti, il più basso in campionato dai tempi della C – evidentemente ritenuto irrisorio. “All’inizio della partita ero amareggiato perché avvertivo un’aria di distacco. A Frosinone c’erano ottomila spettatori, oggi noi 2800 biglietti venduti. Nonostante tutto è stato bello vedere i presenti applaudire e fare il tifo. Non ho idea di quale siano i palcoscenici a cui siamo abituati”, ha dichiarato.

Anche in questo caso, tuttavia, ci sono svariati fattori da considerare: alla domenica estiva vanno aggiunti gli strascichi della pandemia, le restrizioni, la conseguente presa di posizione della Curva Sud. E sì, anche i postumi di una retrocessione che al di là di palcoscenici e palati fini qualche ferita l’ha prodotta per le modalità in cui è maturata. Ma siamo ad agosto e la piazza negli anni ha dimostrato di saper rispondere presente alla sua maniera, carburando mese dopo mese. Accadrà anche quest’anno, se il Covid le darà finalmente tregua e la squadra troverà il modo di conquistarla.