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Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma del Comitato Sannita Acqua Bene Comune.

Gesesa Spa, società che gestisce il sevizio idrico integrato in 22 comuni della provincia di Benevento, ha approvato il bilancio 2022 con una perdita di 700 mila euro, affermando di non averne nessuna colpa, poiché il risultato è dovuto all’incremento dei costi causati “dall’alto livello del servizio”. Sinceramente non riusciamo a comprendere allora a chi si debba attribuire questa responsabilità, in quanto nessuno si è accorto di tale elevata qualità del servizio, attese le ordinanze di non potabilità verificatesi in diversi comuni della provincia, gli investimenti in campagne pubblicitarie (greenwashing), la triste vicenda della contaminazione al tetracloroetilene e l’inchiesta giudiziaria che ha portato al sequestro di 12 depuratori e di ben 78 milioni di euro (poi revocato) a seguito della cattiva gestione del servizio dal 2016 al 2019. Ma la notizia più interessante, però, è che i vertici di Gesesa, hanno attestato quanto da noi da tempo denunciato, che la società non ha fatto investimenti nelle reti, perche “non ha un piano d’investimenti approvato dagli organi competenti e che gli unici investimenti possibili, purtroppo, sono quelli resi necessari per garantire la continuità del servizio ed il rispetto delle normative vigenti”.
Registriamo, inoltre, in questi giorni l’improvvida decisione del comune di Benevento di proseguire nel progetto del più grande campo da golf del sud Italia, dopo che l’Ispra (Istituto superiore per la ricerca ambientale) ha certificato l’impatto ambientale di una opera del genere, con un consumo nei mesi di luglio ed agosto di 40.000 metri cubi di acqua, pari al fabbisogno di un paese di circa 9.000 abitanti. Davvero uno schiaffo in faccia ai tanti cittadini dei comuni sanniti (gestiti sia da Alto Calore Servizi che da Gesesa Spa) che stanno soffrendo per le crisi idriche.
Adesso la battaglia per la tutela della risorsa idrica in Campania si sposta nei palazzi della Regione, dove si sta privatizzando la gestione delle preziose fonti della grande adduzione con la delibera di giunta n. 312, affidandole ad una società mista. Non potendo aspettarci prese di posizioni in merito dal sindaco Mastella (mai dire mai), speriamo che alle belle parole dei rappresentanti della Partito Democratico nel consiglio comunale del 20 luglio, seguano fatti concreti. Sinora non c’è stata nessuna dichiarazione sulla grande adduzione né del segretario provinciale Giovanni Cacciano, né di Antonella Pepe componente della segreteria nazionale del Partito. Ci auguriamo almeno che gli autorevoli esponenti del PD non vengano a raccontarci ancora una volta la storiella che l’acqua è pubblica, ma poi serve qualcuno che la porti nelle case.
In questo momento i comitati regionali chiedono forti prese di posizione, per fermare la privatizzazione ed il coraggio di andare apertamente contro De Luca. È auspicabile pertanto che il consigliere regionale sannita del PD Erasmo Mortaruolo, traduca in progetti condivisi e gesti concreti (Laudato si’) la sua devozione verso il Pontefice manifestata in occasione della visita a Pietrelcina, contrastando in Consiglio regionale la privatizzazione delle fonti del Biferno, del Garigliano, di Cassano Irpino e dell’acqua della Diga di Campolattaro.
Non hanno saputo fare di meglio (aldilà di qualche vago proclamo) i due rappresentanti sanniti in Parlamento (Matera e Rubano entrambi da noi contattati quali sindaci di Bucciano e Puglianello) preferendo non immischiarsi nel distretto idrico Sannita per sostenere una lista trasversale dell’acqua bene comune, promossa dal Comitato Sannita Abc. Servono prese di posizione concrete per garantire il diritto dei poveri all’ accesso all’acqua, il resto conta poco o nulla.