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Ci siamo. Benevento è pronta a diventare “La Coverciano del Rugby”. O almeno a provarci.

Sette anni dopo la posa della prima pietra, avvenuta il 29 giugno del 2012, i lavori per la realizzazione del villaggio dello sport “Bios” sono stati finalmente completati.  Come si legge dall’albo pretorio della Provincia, l’Ati Edil Moaf – l’associazione temporanea di imprese a cui veniva affidato l’appalto nel 2009 – ha comunicato la chiusura del cantiere lo scorso luglio. E’ ufficialmente cominciato, dunque, il conto alla rovescia per la messa in funzione di un’opera capace di generare, al momento della sua presentazione, tante aspettative tra gli sportivi sanniti e in particolare tra gli amanti – e sono tanti – della palla ovale.

Il progetto, finanziato per 3,3 milioni di euro (Iva esclusa) grazie all’intesa di programma sottoscritta nel 2007 tra la Regione Campania e il Cipe, nel corso degli anni ha subito interruzioni e trasformazioni.

Coma la Tela di Penelope, il villaggio sportivo di Piano Cappelle sembrava destinata a ingrossare le fila delle incompiute. I lavori dovevano durare due anni. E invece l’iter – segnato dai rilievi della Soprintendenza e da contenziosi giudiziari – si è rivelato decisamente più tortuoso e complicato. Per sbloccarlo, nel 2014 l’allora presidente della Provincia Aniello Cimitile si giocò pure la carta del ‘Comitato di esperti’. A presiedere l’organismo fu chiamato Costantino Boffa, il primo a scommettere su un impianto che richiamava quello realizzato a Treviso da Benetton.

Ma per la svolta si è dovuto attendere fino al maggio del 2018, quando la Regione Campania ha preso atto delle modifiche progettuali contenute nella perizia di variante che ha consentito alla Rocca di superare una volta e per tutte gli ostacoli incontrati lungo il percorso e al direttore dei lavori Salvatore Minicozzi – che per la Provincia ha seguito l’intera istruttoria – di tirare un lungo sospiro di sollievo.

Il villaggio presenta 4 alloggi per atleti, l’infrastruttura interna, l’alloggio custode al centro polivalente, una club house, due campi da rugby e i parcheggi. Grandi assenti le tribune. Una mancanza che certo si farà sentire in termini di fruibilità dell’opera.

Per il taglio del nastro e l’affidamento in gestione dell’impianto, non si dovrà attendere molto. Il tempo dei collaudi e nel 2020, fanno sapere dalla Provincia, il ‘Bios’ entrerà finalmente in funzione.