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Si è svolta questa mattina, presso il Tribunale di Napoli, l’udienza per discutere la richiesta di rito abbreviato riguardante 16 indagati coinvolti nell’operazione condotta il 4 dicembre dello scorso anno da Carabinieri e DDA di Napoli. Un blitz che diede un duro colpo al clan camorristico Pagnozzi, attivo nella Valle Caudina, tra le province di Avellino e Benevento.  Ventitré le persone indagate: per 12 era stata disposta la custodia cautelare in carcere, per 9 gli arresti domiciliari e due obblighi di dimora nel comune di residenza.

I reati contestati, a vario titolo, sono tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e detenzione e spaccio di droga, con l’aggravante del metodo mafioso e di agevolare il clan Pagnozzi. Gli imputati nel processo sono Aniello De Paola, detenuto agli arresti domiciliari, Eugenio De Paola, detenuto in carcere, Mario De Paola, agli arresti domiciliari, Vincenzo Lomasto, detenuto in carcere, Francesco Magliocca, 26 anni, di Roccabascerana, Giuseppe Magliocca, 37 anni, di Roccabascerana, Giuseppe Magliocca, 54 anni, di Roccabascerana, Giergy Nika, 32 anni, di Pomezia, Erminio Pagnozzi, 61 anni, residente a Ceppaloni ma domiciliato ad Aprilia, Paolo Pagnozzi, 63 anni, di San Martino Valle Caudina, Nino Piacentile, 55 anni, di San Martino Valle Caudina, Laura Radut, 38 anni, di Roccabascerana, Andrea Salsiccia, 51 anni, di Pomezia, Giulia Sopranzi, 40 anni, di Anzio, Paolo Russo, 55 anni, di Ardea e Palmerino Venoso, 49 anni, di Roccabascerana.

Nell’udienza di questa mattina è stata formulata una eccezione per la competenza territoriale e il giudice si è riservato rinviando al 10 maggio, quando scioglierà la riserva e poi valuterà le richieste di rito abbreviato. Impegnati nella difesa degli indagati, tra gli altri, gli avvocati Valeria Verrusio, Massimiliano Cornacchione, Grazia Luongo e Giuseppe Milazzo.

L’INCHIESTA DELLA DDA DI NAPOLI 

Le indagini sono state avviate dopo la denuncia, sporta il 9 luglio 2021, dall’amministratore di un’impresa edile beneventana impegnata nei lavori di realizzazione di un’arteria stradale, appaltati dal Comune di Castelpoto per un valore di oltre 2 milioni di euro. L’imprenditore aveva raccontato ai carabinieri che il giorno precedente al cantiere si erano presentati due uomini, uno dei quali aveva dato l’impressione di avere una pistola all’interno di un borsello, intimando agli operai di abbandonare immediatamente i lavori altrimenti avrebbe “sparato tutti” perché “dovevano mettersi a posto con la Valle Caudina”, facendo esplicito riferimento ai gruppi criminali attivi nella zona. Le indagini, condotte anche mediante il cosiddetto “pedinamento elettronico“, hanno permesso di identificare gli autori del tentativo di estorsione in due esponenti del clan Pagnozzi, che figurano tra i destinatari dell’ordinanza e destinatari della misura della custodia in carcere. La prosecuzione delle indagini ha permesso di accertare l’esistenza di un gruppo criminale che gestiva un intenso traffico di cocaina e hashish tra il litorale romano (Aprilia, Anzio, Pomezia), dove veniva approvvigionata gran parte della droga, e le province di Benevento ed Avellino, dove il sodalizio operava sotto l’egida del clan Pagnozzi. Sono state individuate le piazze di spaccio, nei comuni di San Martino Valle Caudina e in località Tufara Valle a Benevento, nonché una fitta rete di corrieri e pusher. Gli investigatori, inoltre, hanno scoperto uno dei luoghi di stoccaggio della droga ad Aprilia (Latina), nell’abitazione di uno degli arrestati. All’interno dell’immobile, gli indagati provvedevano al taglio ed al confezionamento sottovuoto dello stupefacente, che poi veniva trasportato nella Valle Caudina dove spesso gli indagati si incontravano nella sede di una società in località Tufara Valle, di cui erano soci alcuni degli odierni arrestati. Il gruppo criminale era finanziato da un elemento di spicco del clan Pagnozzi, che aveva autorizzato gli indagati al libero spaccio sul suo territorio di competenza, in alcuni casi anche supportandoli economicamente e fornendo, in un’occasione, l’auto per il trasporto della droga. Nel corso dell’indagine sono stati eseguiti anche gli arresti in flagranza di 5 persone, nonché sequestrati circa 1,5 kg di cocaina, 5 kg di hashish, una pistola clandestina illegalmente detenuta e 23 cartucce.