- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Una carriera in crescendo, passando dai dilettanti ai professionisti vincendo campionati e ottenendo promozioni. A Roberto Boscaglia manca solo la serie A per completare i tornei italiani, una categoria che il Benevento disputava soltanto tre stagioni fa, ritrovandosi adesso a dover ripartire addirittura dalla C. A distanza di sette anni, la Strega si appresta a debuttare nuovamente in terza serie, cosa che accadrà domenica quando il calciomercato sarà ormai archiviato e i giallorossi affronteranno la Turris in trasferta.
La Serie C è sempre difficile, poi negli ultimi anni si sono ritrovate tante formazioni blasonate, soprattutto nel girone C“, racconta il tecnico originario di Gela, “quest’anno ci saranno Catania, Avellino, Crotone e lo stesso Benevento, squadre abituate a categorie superiori. Sono tutte piazze importanti, con una cultura del calcio molto radicata e che, negli anni, hanno visto sfilare allenatori e calciatori importanti“.
Avversarie di rango che si daranno battaglia a partire dal prossimo fine settimane, tutte ambiziose e con l’intento di provare a salire di categoria. Vincere, però, non è mai facile, non esiste una ricetta segreta neanche per chi quell’ambizioso salto lo ha compiuto con Trapani e Virtus Entella. “Le componenti sono varie, non ce n’è una che predomina sull’altra. Serve prima di tutto una società importante alle spalle, intelligente nel mirare e centrare i punti focali. La scelta dei giocatori, poi, è determinante, occorrono calciatori che sappiano lavorare in gruppo, e naturalmente fondamentale è la scelta dell’allenatore“, confida Boscaglia, “questa è una prima base, perché anche ambiente, tifosi e stampa dovranno fare la loro parte. Se a queste componenti si dovesse aggiungere un pizzico di fortuna non guasterebbe mai, magari un pallone che finisce sul palo invece di rimbalzare fuori termina in rete“.
Un mix di fattori, ma ci sono anche scorie da eliminare in fretta per chi approccia alla C dopo una dolorosa retrocessione. “Quando in tre anni scendi dalla A alla Lega Pro è normale porsi delle domande e il presidente Vigorito lo avrà fatto. Ogni retrocessione comporta problemi, come quello di portarsi dietro vecchi contratti. Una rivoluzione è sempre necessaria, soprattutto quando una squadra arriva a fine ciclo è fisiologico cambiare. Nel calcio i cicli finiscono, la bravura di chi dirige sta proprio nel capire in anticipo quando si stanno esaurendo in modo da attuare una transizione più soft. Quando questo non succede accadono le rivoluzioni che non sono mai facili da realizzare“.
Dovrà essere bravo Matteo Andreoletti, tecnico che si è fatto apprezzare nel girone A alla guida della Pro Sesto e che adesso sarà chiamato a confrontarsi con il raggruppamento C. “Ho affrontato tutti i gironi, la differenza sostanziale è nel fattore ambientale. Il girone C ha una carica adrenalinica importante, piazze di rilievo e stadi con tanti tifosi. Bisogna riuscire subito a entrare in questa mentalità e trasferirla ai giocatori, altrimenti durante il campionato si possono avere dei problemi“, è il pensiero di Boscaglia, “nel girone A devi essere bravo a trasmettere il ‘fuoco’ ai tuoi giocatori, trovi ambienti più tranquilli e il primo pensiero è giocare bene, si cura tanto l’aspetto tecnico-tattico. In quello meridionale ci sono calore e pressione, società abituate a disputare campionati importanti. E’ un girone diverso anche dal punto di vista fisico, devi riuscire a trasmettere determinate sensazioni ai tuoi giocatori, ogni allenamento deve diventare una partita“.
Il primo banco di prova sarà Torre del Greco, tappa iniziale di un viaggio che si concluderà a maggio 2024. “Chi fa pronostici nel calcio, non capisce nulla di calcio“, conclude Boscaglia, “penso ci siano cinque, sei formazioni che si giocheranno la vittoria finale e un miglior piazzamento nei play off. Poi, però, ci saranno le outsider, come è stato il Cerignola l’anno scorso. Avellino, Crotone, Catania, Benevento e Foggia oggi solo le squadre apparentemente meglio attrezzate. Le sorprese non mancheranno, anche formazioni ambiziose potrebbero ritrovarsi a lottare per altri obiettivi e il Benevento lo sa bene, lo scorso anno si è ritrovato nelle sabbie mobili e non è riuscito a uscirne“.