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Benevento – “Una volta tornato a casa non ho voluto vedere più niente, nessuna sintesi. La rabbia ha preso il sopravvento”. Franco Bottalico sabato pomeriggio era al San Nicola, tra gli oltre cinquecento sanniti che si sono fatti valere nel settore ospiti. Le decisioni dell’arbitro Piccinini non gli sono andate giù, restano indigeste anche a distanza di qualche giorno. “Il momento della squadra è molto delicato ma ho la netta sensazione che qualcuno non voglia il Benevento in serie B. Abbiamo assistito a un brutto spettacolo, l’ennesimo arbitraggio scandaloso di questa stagione”, commenta

Nell’occhio del ciclone sono finiti il rigore non concesso e l’espulsione di Acampora: “Sono due episodi che lasciano il segno, ma è il contesto che mi ha lasciato molto perplesso. Ogni volta che avremmo potuto essere pericolosi si è sentito un fischio a spezzare il ritmo. Peccato, perché l’atteggiamento iniziale della squadra era stato ottimo. Poi se ti tagliano le gambe e resti addirittura in dieci, è chiaro che si fa dura“. 

Il suo gol al Toma Maglie nella stagione 1993-94 decretò il ritorno del Benevento in serie C, un’emozione che resta indelebile, a distanza di un trentennio, nel cuore di chi l’ha vissuta. E’ forse per questo che Bottalico – che vive nel Sannio da svariati anni – resta uno degli ‘ex’ più amati dai tifosi: “Questa maglia mi è rimasta cucita addosso, dispiace vedere che alcuni giocatori dell’attuale Benevento non abbiano  un minimo di attaccamento – tuona -. Alcuni non ce l’hanno neppure per il mestiere che fanno”, tuona. “Stellone ha schierato il giovane Carfora, bravissimo, perché evidentemente ha notato che può dare molto di più rispetto a giocatori di fama superiore, ma che non hanno dimostrato nulla”

Parole dure soprattutto nei confronti degli attaccanti: “La Gumina, Simy e Farias hanno l’aria di non avere voglia di giocare. Parliamo di calciatori ingaggiati per fare la differenza, non mi sembrano dei grandi professionisti. Anche quando hai qualche problema fisico puoi dare qualcosa, a loro invece è mancata proprio la voglia. Non è giusto nei confronti di una società che li paga ogni mese fior di quattrini né per quei compagni di squadra che invece sono pronti a dare tutto”

I problemi del Benevento, secondo Bottalico, nascono a giugno: “Ci sono state situazioni in seno alla società che non hanno aiutato, ma anche dopo il ritiro e la sconfitta contro il Cosenza al debutto si è agito in maniera avventata acquistando giocatori poco funzionali. Le responsabilità di una stagione fallimentare vanno sempre suddivise, ma la società e l’ex direttore sportivo Foggia hanno le loro grandi colpe. E’ mancata la programmazione. In serie B non puoi inventarti soluzioni dalla mattina alla sera. Dispiace per il presidente Vigorito perché con le risorse che ha e i soldi spesi avrebbe potuto ottenere ben altri traguardi”.  

Rammarico anche per i tifosi, gli unici, a detta dell’ex centrocampista, a non perdere mai: “Sono stati sempre fantastici e continuano a esserlo. Benevento è una piazza tranquilla, sportiva, forse per questo tanti giocatori interpretano questo legame con troppa serenità. A Bari, nonostante l’ennesimo risultato negativo, il sostegno si è protratto ben oltre il novantesimo. Mi auguro che per le prossime due gare interne con Spal e Reggina il Vigorito si trasformi in un catino per tentare una mossa disperata e tenersi agganciati alla speranza. Ma i giocatori devono capire che devono dare tutto. In gioco c’è anche la loro dignità, vanno rispettati i tifosi che in estate si sono abbonati a scatola chiusa e stanno trovando all’interno una brutta sorpresa”.