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Gran finale per ‘Piazze d’autore’, il format di Benevento Città Spettacolo dedicato alla letteratura. Protagonista dell’ultima serata è stata Helena Janeczek, in piazza Federico Torre con la sua “Ragazza con la Leica’, libro che soltanto il 7 giugno scorso l’autrice presentava come finalista del Premio Strega.

E lo Strega, poi, la scrittrice tedesca, naturalizzata italiana, l’ha vinto. Prima donna a riuscirci dal 2003, quando a trionfare fu Melania Mazzucco. Un successo tutto rosa, quello della Janeczek. Il suo romanzo narra infatti la storia di Gerda Taro, la prima reporter della storia a morire sul campo di battaglia, travolta dai cingoli di un carro armato in Spagna, nel 1937, nel corso della guerra civile.

“Il mio incontro con Gerda Taro è avvenuto nel 2009, in occasione di una mostra su Robert Capa. Trovai il catalogo di una retrospettiva a lei dedicata e la sua storia mi affascinò subito. La storia di una donna capace di tenere insieme caratteristiche apparentemente in conflitto: giocosa me determinata, coraggiosa senza rinunciare mai alla sua femminilità, passionale senza mai perdere la testa”.

Ma il libro è anche la storia di una generazione ribelle, idealista, rivoluzionaria, e dell’amore tra la Taro e l’ungherese Robert Capa, il più grande fotografo documentarista del Novecento. “Tanta gioventù d’Europa ma non solo, perché tanti furono i ragazzi che partirono dal Nord America, andò in Spagna sentendo quell’appuntamento quasi come una ultima chiamata per cercare di rovesciare la direzione in cui stava andando l’Europa, con l’avanzata del blocco fascista e nazista. Volevo allora raccontare in maniera non agiografica cosa rappresentasse per queste generazioni il conflitto spagnolo”

Anche l’Italia trova il suo spazio nel romanzo di Helena Janeczek, in particolare, con il ricordo della Roma degli anni sessanta, quando la capitale si preparava ad ospitare le sue Olimpiadi. Inevitabile, allora, nell’intervista curata da Andrea Govotta, un parellelismo tra quella Italia e il Paese attuale.

“In quegli anni – racconta l’autrice – dominava l’idea del.progresso, del futuro, in Italia con la fine del governo Tambroni e la nascita del centrosinistra ma anche negli Stati Uniti dove acquisiva consenso John Kennedy”. Un orizzonte, quello aperto sul futuro, che oggi – commenta con amarezza la scrittrice, “abbiamo completamente perso”.

Ad aprire la serata, invitando sul palco anche l’amministratore delegato della Alberto Giuseppe D’Avino, era stato l’assessore alla Cultura Oberdan Picucci. Una introduzione, la sua, utile a ribadire l’indissolubilità di un rapporto, quello tra la Città di Benevento e il Premio Strega, che “deve proseguire sempre con maggiore sintonia”.