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Estrema soddisfazione. Gabriele Gravina ha accolto così il Decreto Rilancio varato dal Governo e presentato in conferenza stampa nella serata di ieri. Il presidente della Figc, in particolare, lo ha definito “un passaggio fondamentale per tutto il calcio italiano” dando atto a Conte e alla sua squadra di aver fatto il possibile per soddisfare le richieste della Federazione: “Devo dire grazie a lui, ai ministri Spadafora e Gualtieri oltre che all’intero esecutivo. Con l’adozione di questi importanti provvedimenti possiamo guardare al futuro con maggiore fiducia”. 

Ma quali sono, nello specifico, i punti a cui fa riferimento Gravina? Si tratta sostanzialmente di cinque misure che consentiranno al calcio di tirare una boccata di ossigeno e al contempo accorciare i tempi della giustizia in caso di necessità. Misure fortemente volute dallo stesso presidente Figc, al punto che qualcuno ha addirittura definito ‘lodo Gravina‘ il passaggio specifico del documento. Il Governo ha innanzitutto accolto la richiesta della Figc sul rinvio dei pagamenti contributivi fiscali del mese di settembre, poi ha stabilito la sospensione dei canoni di locazione dei diritti di superficie per gli impianti sportivi utilizzati da tutte le società.

A questi vanno aggiunti il riconoscimento della cassa integrazione per i contratti dei lavoratori sportivi fino a un massimo di 50mila euro lordi e un altro punto su cui Gravina e i suoi si erano tanto battuti: l’istituzione di un Fondo Salva Sport con una quota percentuale sul totale della raccolta per le scommesse sportive (durata triennale).

Infine, da non sottovalutare affatto il punto che riguarda strettamente la giustizia sportiva. Il Decreto Rilancio ha infatti abbreviato i gradi e i tempi della giustizia sportiva in caso di ricorsi generati dalle decisioni federali sulle classifiche del campionato attuale e sulla determinazione degli organici 2020-2021. In questo modo i tempi della burocrazia saranno snelliti in quanto a decidere sarà direttamente il Collegio di Garanzia dello Sport e successivamente il Tar e il Consiglio di Stato