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Benevento – La situazione in cui versano le carceri in Italia è di estrema gravità. Uno stato democratico in forte crisi. E’ questa pesante denuncia che emerge da un Seminario promosso dall’Università degli Studi del Sannio e che si è svolto questa mattina presso la sede dell’Ateneo a via Calandra. Il sovraffollamento è una malattia cronica delle nostre strutture carcerarie: un fatto di pesante criticità che, sommata ad altri fattori negativi, quali la carenza degli agenti di Polizia Penitenziaria, di strutture sanitarie all’interno delle carceri, ed altro, rischia di creare una situazione esplosiva. E’ stato un primo incontro del ciclo di seminari organizzato dalle associazioni Elsa Benevento ed Articolo 3 con la collaborazione della sede beneventana di Amnesty International.

 La gestione di una tale massa di problemi non è per nulla agevole e rischia di far incancrenire il tutto: “E’ a rischio la libertà di tutti”, ha dichiarato il docente dell’Ateneo sannita Felice Casucci che ha relazionato sull’argomento, anche perché la funzione rieducativa della pena in carcere, così come l’aveva immaginata il Costituente non viene espletata. 

Flavio Argirò, professore di Diritto Penale dell’Unisannio ha sottolineato: “Occorre un intervento di natura strutturale. Il carcere debba rimanere un luogo sussidiario e faccia leva di una strutturale revisione del sistema sanzionatorio relativo alle pene principali”. Il docente ha poi ricordato come l’ex Ministro Orlando stava attuando un buon lavoro: “Il nuovo Governo si è mosso in maniera completamente diversa. Inoltre alcuni passaggi della riforma sono stati o ridimensionati o non accolti”. Felice Casucci, professore di Diritto e Letteratura dell’Unisannio ha detto: “Chi paga le conseguenze di una libertà in sofferenza sono i ceti deboli. La giustizia non è sempre giusta che spesso utilizza la carcerazione preventiva in maniera distorta”.