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Benevento – “Mi sento tradito dal punto di vista umano”. Massimiliano Santopadre, presidente del Perugia, aveva commentato così la scorsa estate l’addio di Fabio Caserta. L’allenatore lo aveva avvisato della sua volontà di lasciare l’Umbria per trasferirsi a Benevento. Seguirono giorni agitati, di attesa qui nel Sannio per una fumata bianca che tardava ad arrivare. Poi il divorzio ufficiale spalancò al tecnico calabrese le porte della nuova avventura. Conferenza stampa di presentazione, nessuna risposta al suo ex presidente, l’inizio di un capitolo diverso. 

Le stilettate del patron umbro, che aveva parlato persino di ‘disagio‘ avvertito da Caserta nel parlargli, non furono seguite da commenti pubblici. La questione si perse nei tanti temi estivi beneventani tra precampionato e calciomercato, con una stagione tutta da preparare. Un po’ di polvere adagiata sotto al tappeto che però torna d’attualità ora che il confronto diretto dista pochi giorni. Non potrebbe essere diversamente, d’altronde. Il campionato vive anche di temi sottili e trame ricamate. Di gossip, di quelle tensioni extra-campo a fare da cornice alla partita, che resta l’evento in sé e dunque la cosa più importante. 

Impossibile, dopotutto, non sottolineare ciò che proprio sul campo Caserta ha donato al Perugia. Una promozione in B nient’affatto scontata a solo un anno di distanza dalla precedente discesa in Lega Pro. La rimonta sul Padova nel rush finale, settantanove punti conquistati con sole cinque sconfitte in campionato. Il traguardo tagliato per via degli scontri diretti a rendere ancora più roboante l’esplosione di gioia alla quale ha contribuito il suo fedelissimo Elia, altro ex di domenica sera. Gli è sfuggita solo la Supercoppa Italiana di categoria, ma probabilmente l’odiata Ternana era troppo forte per chiunque in serie C. Eppure riuscì a imporsi solo di misura nel confronto decisivo.

Un calcio offensivo, quello mostrato lo scorso anno in terza serie, che ora Caserta vuole riproporre a Benevento. Con giocatori diversi ma con lo stesso coraggio e la stessa voglia. Un saggio lo si è avuto a Como, quando anche in dieci ha provato a vincerla nei minuti finali. Sono gesti ai quali viene data forse eccessiva rilevanza ma che fotografano pur sempre un’idea. Dopo un anno a correre indietro, il Benevento corre decisamente in avanti. Così come guarda avanti Caserta, che sul passato – per quanto bello – ha già messo una pietra sopra.