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Benevento – Il treno per Coverciano è partito ma lui, Danilo da Roma, lo ha visto solo passare dopo esserci salito l’ultima volta ad aprile per rispondere alla chiamata per gli stage. Il “capostazione” Gian Piero Ventura ha deciso di non obliterare il biglietto del ragazzo classe 1994, indicato in passato come il futuro del calcio italiano, nonostante la situazione d’emergenza che vive il centrocampo della Nazionale. Lui, lo avrete capito, è Danilo Cataldi, trasferitosi in estate dalla Lazio al Benevento per cercare di risollevare una carriera che ha subito improvvisamente una frenata.

In caso di salvezza scatterà l’obbligo di riscatto da parte del Benevento ma la società capitolina ha dimostrato di credere ancora nelle qualità del giocatore, garantendosi il diritto di “recompra“. Spetterà a Cataldi convincere Lotito e Tare a riportarlo in maglia biancoceleste dopo l’esperienza non certamente esaltante di Genova, sponda rossoblu. Saranno stati i sei mesi trascorsi in Liguria a convincerlo a ripartire dal Sannio, con la certezza di essere titolare per poter ritrovare ritmo e soprattutto quelle giocate che in passato gli erano valse l’appellativo di capitan futuro, facendone l’alter ego di De Rossi.

L’avventura alla corte di Marco Baroni, tuttavia, non è cominciata nel migliore dei modi e non solo per colpe altrui. Se da un lato può sembrare difficile mettersi in evidenza in una squadra puntualmente sconfitta e ferma a quota zero dopo sette giornate, dall’altro bisogna anche fare un mea culpa. L’errore decisivo con la Sampdoria a macchiare una prestazione positiva fino a quel momento, qualche cartellino di troppo e quel pallone con la Roma da poter gestire meglio invece di provare una complicata conclusione a giro. 

Esempi che avranno convinto Ventura a lasciare Cataldi a disposizione di Baroni nel ritiro romano degli stregoni. Il ct della nazionale italiana ha preferito piuttosto affidarsi agli esordienti Barella e Cristante per le gare con Macedonia e Albania dopo i forfait per infortunio di De Rossi, Pellegrini e Verratti. All’appello manca anche Marchisio, attualmente ai box, e gli unici due centrali di metà campo con esperienza azzurra saranno di fatto Parolo (30 presenze) e Gagliardini (2 presenze). Un reparto, insomma, che non sembra fornire grandi alternative per il futuro considerando gli stenti palesati non solo da Cataldi ma anche dai vari Locatelli, Baselli e Grassi, tutti convocati per gli stage e poi lasciati a casa per gli impegni ufficiali. Il riscatto dovrà partire da loro e il giallorosso avrà il vantaggio, di non poco contro, di potersi giocare le proprie carte da titolare per far ricredere gli scettici e per riprendersi da protagonista il palcoscenico.