- Pubblicità -
Tempo di lettura: 6 minuti

Troppi ritardi. Il vice governatore della Campania Fulvio Bonavitacola, ospite questo pomeriggio di Confindustria al Centro per l’Impiego ad un convegno sui rifiuti e sulle cave, non le ha mandate a dire ai Comuni e all’Ato rifiuti rei, secondo l’assessore regionale, di essere in pesante ritardo nello svolgimento dei propri compiti istituzionali. La delicata materia è stata affrontata anche dall’assessore regionale alle attività produttive Antonio Marchiello. La discussione è partita evidenziando come in materia di trattamento dei rifiuti la provincia di Benevento risulti la 1° in Campania e nel Sud per raccolta differenziata (72,8% = + 17% sulla media regionale) e per tasso di riciclaggio (52,99%), confermando un trend che continua a crescere. Nonostante questo, tuttavia, nel Sannio si registra una tariffa media di 442 €/famiglia contro una media nazionale di 320 €/famiglia. Si sconta infatti una grave carenza impiantistica (la Campania deve dotarsi di ulteriore impiantistica per una potenzialità complessiva di circa 510.000 tonnellate annue di rifiuti esportate fuori regione). Dal 2016 al 2023 per la Campania circa 3.000.000 tonnellate di
rifiuti vanno fuori regione per il trattamento per un costo di smaltimento di circa 600 Mln di euro. L’Ato Rifiuti Benevento non ha completato, a distanza di 8 anni dalla legge regionale 14/2016 l’iter previsto per la sua costituzione e attività, né per la parte di pianificazione né per l’individuazione del soggetto gestore e affidamento del Servizio. Confindustria Benevento ha dunque chiesto alla luce di questi dati oggettivi la revisione della pianificazione d’ambito provinciale, che deve necessariamente partire da una ricognizione completa degli impianti esistenti e degli operatori privati attivi: coloro che fino ad oggi hanno garantito un servizio efficace ed efficiente. Un ripensamento delle scelte relative all’individuazione del soggetto gestore che anche in prospettiva deve coinvolgere gli operatori privati in una logica di partenariato pubblico/privato. Sulle cave Confindustria ha spiegato che dal 2018  il comparto industriale legato al Settore Estrattivo in Campania ha subito un collasso quantificabile con una perdita di fatturato stimato tra i 4 e i 5 miliardi di euro e la soppressione di oltre 4000 posti di lavoro. A questo si aggiunge un altro fattore di allarme, secondo Confindustria: il crollo del numero di cave di calcare autorizzate e le esigue quantità estratte ha fatto sparire dal territorio regionale cementerie, calcifici e laterifici. Si è abbattuta l’offerta ma non la domanda, con miliardi di PIL dirottato fuori regione, e un costo delle materie prima che sta lentamente diventando insostenibile per il comparto edile (il costo del cemento è salito da € 55/ton a € 140/ton in 6 anni). Oggi i grandi cantieri infrastrutturali in corso, sia sul territorio regionale che provinciale hanno riportato alla luce la carenza di materia prima, di cui il territorio è però e paradossalmente  naturalmente ricco ma che non può essere estratto. Per via delle opere in corso sul nostro territorio, che si aggiungono all’edilizia ordinaria, mancano in Provincia di Benevento circa 1.300.000 mc/anno di calcare, almeno per gli anni necessari al completamento dei grandi cantieri. 

Ad introdurre il dibattito il presidente della Provincia Nino Lombardi che ha affermato: “occorre sinergia  affinché nella nostra comunità possiamo creare  qualcosa di costruttivo  per l’intero territorio”. Ha preso quindi al parola il sindaco di Benevento Clemente Mastella: “deve essere data la possibilità agli enti locali di decidere. La nostra società partecipata, L’Asia  è interamente del comune ma occorre una  soluzione. Non riusciamo a diminuire quel che chiediamo ai cittadini sulla tassa”.  Il primo cittadino ha affrontato anche il problema della manutenzione dei fiumi: “serve soluzione perché altrimenti ci impantaniamo e ci blocchiamo. Sono sette anni che sono sindaco, cambiano commissari  ma sul depuratore siamo fermi. Non andiamo avanti e non capiamo perché non riusciamo a farlo e mi sono preso anche un avviso di garanzia. Noi amministratori siamo  all’angolo perché riceviamo attacchi da tutti”.  Dopo i saluti istituzionali è intervenuto il presidente  Giuseppe Pancione della sezione Ambiente di Confindustria Benevento: “Sui rifiuti ancora non c’è un piano. Pasquale Iacovella (il presidente dell’Ato rifiuti, NdR) non mi ha più risposto. Non è possibile non tener conto di una realtà produttiva come Benevento. Non si tiene conto della realtà economica del nostro territorio. Ci vogliono certezze.  I cittadini campani pagano di più per colpe che non hanno e questo è fallimento di tutta la classe dirigente. Chiediamo un tavolo in cui siano coinvolti tutti i nostri operatori: se si commissaria l’ Ato sarebbe una vergogna quindi andrebbe trovata una soluzione”. Sulle cave il presidente  Pancione ha sottolineato: “si regolamentano risorse e materie prime. Sarebbero servite regole certe”.  Ha quindi preso la parola il presidente Assoambiente Chicco Testa: “I rifiuti andrebbero trattati in modo civile, sei anni fa io ero qui a discutere esattamente delle stesse cose di cui parliamo oggi. Sei anni quindi sono passati. Non funziona cpsì.  La protervia dei poteri pubblici . Fatevi spiegare il meccanismo previsto tra programmazione regionale, enti d’ ambito, società in house , perché è un meccanismo che non porta alcuna efficienza e anzi fa lievitare i costi. In questi dieci anni il mondo dei rifiuti è cambiato totalmente”.  Poi ha aggiunto: “Se Bassolino non avesse fatto ciò che ha fatto, oggi Napoli sarebbe in piena emergenza rifiuti. Temo che tra sei anni noi faremo un convegno per dire noi abbiamo perso altri sei anni”.  E’ intervenuto quindi Italo Giulivo, a capo del settore Lavori Pubblici e Protezione Civile: ” A Benevento al momento  è partito solo un comparto. Attività hanno scontato anche un problema di accoglimento deli territori, penso a Pontelandolfo dove esiste un contenzioso, altrettanto a Durazzano.  Ma  ci sono sempre associazioni ambientali, sindaci, cittadini che si oppongono”.  Ha quindi preso la parola Antonello Barretta, direttore ciclo integrato: “il tema vero è la governance, il sistema regionale rispetta questa regola. Gli enti d’ ambito per difficoltà non hanno realizzato attività che dovevano realizzare per legge, perciò è intervenuta òa  Regione che entro aprile, se permane stasi, commissarierá”.  L’ assessore alle attività produttiva Marchiello  ha spiegato : “creare percorso costruttivo che tuteli  il pil e posti di lavoro”. 

E’ intervenuto quindi l’assessore Bonavitacola che ha parlato prima delle cave: “la novità vera è quella relativa alle nostre acque interne. Che serve anche per regolare il normale deflusso idrico dei nostri corpi superficiale. I reticoli idrografici fondamentali. La mancata manutenzione su alberi e altro determina impermeabilità terreno” Sul tema dei rifiuti: “Dal  1994 lo Stato ci ha trattato come badante nominando commissari.  Noi abbiamo costruito altri due impianti, in un momento in cui dal passato è arrivata anche impiantofobia. Qui in provincia di Benevento avevamo oltre centomila tonnellate di ecoballe, ne sono rimasti sei e abbiamo finito”.  Poi ha aggiunto: “qui abbiamo un gravissimo ritardo: lo stir Casalduni  è bloccato da cinque anni e non è possibile andare avanti in questo modo. Almeno su spazzamento, raccolta e trasporto bisogna andare avanti con gestioni di aree omogenee sovracomunale.  Servirebbe un Ato che funziona e non camminare con il freno a mano. Perciò approvata legge ad agosto: se non si rispettano tempi andiamo a poteri sostitutivi”. Il presidente della Confindustria sannita Oreste Vigorito ha chiuso i lavori: “L’utilizzo dei fiumi darebbe valore: risanamento ambientale, ricchezza, lavoro e anche meno cave. Si faccia però: vorrei esserci quando questo mondo respirerà meglio”.