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Benevento – “Abbiamo appreso dalla stampa del nuovo, costoso ed inutile progetto delle piste ciclabili che il Comune di Benevento vorrebbe presentare alla Regione nella speranza di intercettare qualche finanziamento da poi dividere tra consulenti, dirigenti e ditte appaltanti. E’ fin troppo evidente che l’interesse di questa amministrazione non è garantire la sicurezza ai ciclisti, né incentivare l’uso della bici per contrastare traffico e inquinamento, bensì solo ed esclusivamente quello di accedere a soldi pubblici da spendere male. Eppure nello scorso anno oltre MILLE persone avevano firmato una petizione in cui si chiedeva a questa stessa amministrazione di incentivare l’uso della bici in città a costo zero. Ovviamente queste mille firme non sono mai state prese in considerazione, né dal Sindaco, né dal nuovo Assessore, né dal Prefetto, i quali non hanno mai risposto alle richieste. Nella petizione i MILLE cittadini chiedevano l’istituzione di “zone 30”, ovvero di zone in cui il limite della circolazione fosse 30 km/h in modo da incentivare l’uso della bici e garantire maggiore sicurezza ai pedoni. Si chiedeva inoltre la riapertura alla bici del Corso Garibaldi, almeno nelle giornate lavorative, dato che i MILLE firmatari concepiscono la bicicletta come un MEZZO DI TRASPORTO. La giunta Mastella, invece, essendo composta da persone che NON usano la bici (e che sembra non sappiano nemmeno com’è fatta) è convinta che la bici sia solo ed esclusivamente uno strumento di svago, al massimo un attrezzo sportivo, per cui non hanno minimamente idea di cosa significhi usare la bici a Benevento, né possono immaginare quali siano i reali bisogni dei ciclisti beneventani.
Vogliamo quindi ricordare agli attuali amministratori che il Corso Garibaldi è un’area pedonale e che tali aree nel resto del mondo sono aperte alle bici e chiuse alle automobili, ai furgoni, ai camion, come del resto sancito dal Codice della Strada attualmente in vigore in Italia (“definizioni”). Vogliamo ricordare loro che il Corso Garibaldi è una strada che esiste tutti i giorni della settimana e non solo il sabato e la domenica per fare una passeggiata (possono chiedere ai commercianti) e che di solito è deserta per cui non si riesce a capire per quale motivo tale strada debba essere preclusa all’unico mezzo di trasporto che non inquina (la bici, appunto). Vogliamo ricordare loro che nel resto del mondo ormai le piste ciclabili vengono costruite per incentivare il cicloturismo e quindi fuori dal centro urbano (e si chiamano “vie verdi”), mentre nelle città si cerca di aprire le strade alle bici per regolare il traffico. Se le biciclette sono in sede separata rispetto alle automobili, vuol dire che le auto potranno circolare ad una velocità molto elevata, ma se invece le biciclette usano le stesse strade delle automobili, allora le auto dovranno ridurre la propria velocità e in tal modo aumenterà la sicurezza dei pedoni, dei ciclisti e degli stessi automobilisti. Le piste ciclabili pensate dal Comune e presentate nel progetto alla Regione, invece, sono piste che portano le biciclette fuori dal centro urbano, lontano dal traffico e lontanissimo dai luoghi in cui la gente si reca per lavoro o studio o faccende personali, quindi non si capisce chi le dovrà utilizzare, visto che una “via verde”, ovvero una pista ciclabile a scopo di svago/sport già esiste ed è quella di Pantano. Chi usa la bici in città per muoversi ha bisogno di arrivare da un punto A ad un punto B, magari nel minor tempo possibile, pedalando in sicurezza ed evitando il traffico automobilistico, per questo ancora oggi tutti i ciclisti urbani usano il Corso Garibaldi nonostante il divieto e nessuno usa la pista ciclabile di Santa Maria degli Angeli. Fare altre piste in periferia, lasciando il divieto alle bici sul Corso, significa non avere il minimo rispetto per i mille cittadini che hanno firmato la petizione presentata a Sindaco, Assessore e Prefetto mesi fa; significa non avere interesse alla sicurezza dei ciclisti (bastano le zone 30) ma solo all’arrivo di soldi pubblici da spendere male; significa non capire assolutamente nulla di mobilità sostenibile, perchè la realizzazione di tali piste non avrà nessuna incidenza sul traffico e sulle abitudini dei beneventani, i quali non saranno per nulla incentivati a usare la bici invece dall’auto, anzi, saranno ancora più disincentivati, proprio perchè tali piste allontanano il cittadino dai luoghi in cui deve recarsi ogni giorno.
Sappiano che l’attuale amministrazione non ama chi usa la bici in città, così come sappiamo che tale progetto sarà un fallimento totale, solo non riusciamo a capire come sia possibile che persone che odiano chi usa la bici e ordinano ai vigili urbani di multare chi lo fa, possano poi avere la faccia tosta di affermare pubblicamente che a loro sta a cuore la sicurezza dei ciclisti. Possiamo solo augurarci che i fondi regionali vadano a città dove l’uso della bici viene realmente incentivato da politiche di mobilità sostenibile invece di finire nelle tasche di qualche dirigente, di qualche consulente amico e di chi costruirà queste inutili, ridicole, costose e soprattutto inutilizzate piste ciclabili. Concludiamo ricordando che nell’ultimo anno solo 2 multe sono state elevate a chi usa la bici lungo il Corso Garibaldi: entrambe sono state contestate ed entrambe sono state archiviate e non pagate, perchè l’ordinanza di Mastella non contiene le motivazioni, per cui MAI nessuno potrà essere multato in base a quella ordinanza. Quindi possiamo affermare che il cartello di divieto serve solo ed esclusivamente a fare brutta figura nei confronti dei tanti cicloturisti che attraversano la città seguendo la Via Francigena e l’EuroVelo 5. Speriamo che un giorno non molto lontano qualche cortigiano possa trovare il coraggio di farlo presente a chi ci amministra”.

Comitato Cittadini in Bicicletta