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Benevento – La tripletta di Verona lo ha ripagato della delusione di quel cucchiaio maledetto. La vendetta è un piatto che va servito freddo e Massimo Coda si è ripreso tutto con gli interessi battendo tre volte Silvestri al Bentegodi un girone dopo. L’attaccante del Benevento, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, ha confidato diversi aspetti della sua seconda stagione nel Sannio rivelando anche un gesto scaramantico: “Il mercoledì o il giovedì andiamo sempre al solito ristorante giapponese, prenotando il solito tavolo e mantenendo la solita disposizione da seduti”. Il pallone della tripletta veneta fa bella mostra di sé nella sala dei trofei personali: “Dopo averlo fatto firmare dai miei compagni l’ho sistemato su una mensola nella stanza dei ricordi belli, insieme a magliette, parastinchi e qualche trofeo”. 

Gli obiettivi del Benevento sono ben chiari: “Quando potevamo fare il salto di qualità, abbiamo sbagliato. Questo è ciò che ci è mancato in una stagione in cui contro squadre come Ascoli, Spezia e Foggia abbiamo messo insieme soli due punti su nove nel girone di ritorno. Abbiamo cambiato diversi moduli, attraversando varie fasi. Con il 4-3-3 si segnava molto ma eravamo fragili in difesa, con il 3-5-2 siamo diventati più solidi, poi con il passaggio al 4-3-1-2 ci siamo ritrovati dopo qualche sconfitta”. 

Il sogno della serie A passerà attraverso i play off: “La B è appassionante e complicata. L’ultima giornata a proposito di questo ha detto tanto, con noi che abbiamo vinto a Verona e il Palermo e il Pescara fermati dalle ultime due. E’ il bello del campionato”. 

Tornando sul cucchiaio dell’andata con l’Hellas, ecco il pentimento: “Non lo rifarei, non era il momento giusto, perdevamo uno a zero. Mi sono rifatto lunedì scorso..”. In famiglia c’è un altro bomber: “Il vero fenomeno di casa è papà Saverio, che ha segnato 23 gol in Seconda Categoria a 54 anni. Io troppo buono? E’ il mio pregio e il mio difetto. Voglio giocare almeno fino a 40 anni, non penso al futuro”.