- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Benevento –  L’addestramento, le operazioni speciali  come la liberazione di Cesare Casella, arresti di latitanti, interventi in Iraq e Afganistan. Poi il suo cambiamento di ruolo all’interno del Gis, Gruppo di Intervento Speciale dei carabinieri, che dapprima contribuì a fondare e poi a far crescere, diventando istruttore all’apice della sua carriera.

Questo sono alcune pillole del libro, presentato questa mattina all’Università Giustino Fortunato di Benevento, “Io vivo nell’ombra” edito da Longanesi, tutto improntato sul Comandante Alfa.

Oltre al fondatore dei GIS, coperto da un passamontagna, presenti anche il Questore di Benevento Giuseppe Bellassai, il Comandante Provinciale dei Carabinieri Alessandro Puel e tantissimi studenti 

“Vivere nell’ombra significa servire in maniera eccellente lo Stato“, ha svelato a margine dell’incontro il comandante Alfa, “nella vita di tutti i giorni nessuno ti conosce e questo ti permette di concentrarti esclusivamente sul tuo lavoro. Viviamo in un mondo particolare senza contatti con l’esterno, nessuno sa niente del gruppo. Il libro lo abbiamo scritto tutti insieme, siamo un gruppo di amici e abbiamo voluto far conoscere agli italiani chi siamo in un momento in cui la sicurezza e il terrorismo sono temi centrali. Facciamo tantissimi sacrifici, non abbiamo una vita privata e sacrifichiamo le nostre famiglie per essere pronti a partire in trenta minuti per essere d’aiuto a chi ne ha bisogno“.

Dopo il primo libro “Cuore di Rondine”, dunque, un nuovo capitolo autobiografico del Comandante del Gis che ripercorre le tappe di un’esistenza votata al coraggio e alla segretezza più totale, anche nei confronti dei propri cari. Il Comandante rievoca i momenti salienti di tante esperienze vissute sul campo in Italia e all’estero. Gli esordi del Gis negli Anni di Piombo e le lunghe notti in Aspromonte durante la stagione dei sequestri, fino alla liberazione di Cesare Casella, ma anche le missioni nei vari teatri di guerra e l’addestramento della polizia irachena dopo la liberazione di Baghdad. E poi la scorta a Nicolas Sarkozy durante il G8 dell’Aquila nel 2009, fino all’organizzazione del servizio di protezione del magistrato antimafia Nino Di Matteo, a Palermo, nel 2013.