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Benevento – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del comitato “Giù le mani dai Pini” a firma del presidente Francesco Di Donato e del vice Luca Coletta.

Dal momento che l’accesso agli atti e la partecipazione procedimentale è materia piuttosto ostica per gli uffici comunali, apprendiamo come sempre dagli organi di stampa dell’inizio delle operazioni di verifica sui pini del Viale degli Atlantici e del contestuale avvento di un nuovo consulente tecnico, il dott. Giuseppe Cardiello.

Il dott. Cardiello è il quinto in ordine di tempo della travagliata selezione, dopo Maisto e Di Bello (della ditta Barretta Garden), Andreotti (dipendente della Regione convertito a rappresentante della stessa nell’ambito di un fantomatico procedimento di stretta osservanza sannita) e Fornataro, noto – stando a due o tre giornali del salernitano – per aver decretato su incarico di vari comuni l’inevitabile pericolosità di tutta una serie di alberi, in perfetto accordo con la sua committenza.

A dire il vero, non si è ben capito che fine abbia fatto Fornataro. Forse gli avrà nuociuto la mancanza di attrezzatura, sta di fatto che a manovrare il resistografo e a fare le analisi sarà il dott. Cardiello, che – secondo una nuova prassi inaugurata a Benevento – procederà sulla base di un piano operativo redatto non da lui, come sarebbe normale, ma da Fornataro. Piano operativo in cui tra l’altro troverà contemplate praticamente tutte le analisi esistenti. Quelle che servono e anche le altre, nonostante nel nostro caso a interessare al sindaco sia il pericolo di caduta degli alberi per ribaltamento della zolla radicale in seguito all’azione del vento. Valutazione che è possibile effettuare solo attraverso prove di trazione statiche e/o dinamiche, laddove invece, il grande protagonista delle analisi avviate sembra essere appunto il resistografo, che – così come il tomografo – può invece dare informazioni solo sull’integrità del fusto, del colletto e/o dei rami, ma non su radici e zolla radicale.

Ora, la nomina del dott. Cardiello avrebbe dovuto disporci al meglio, essendo attualmente vicepresidente della Società Italiana di Arboricoltura, ma purtroppo non ci tranquillizza affatto, dato l’esordio tragicomico di venerdì 10 settembre quando, secondo i resoconti di stampa, i soliti  funzionari e dipendenti comunali, sulla base di semplice analisi visiva dello stesso dott. Cardiello hanno decretato, ignoto provvedimento e firmatario, l’eliminazione del pino n.81, reo di essere  appoggiato sul vicino lampione, senza il quale, a loro dire, si sarebbe sicuramente ribaltato.    

Siamo contenti che il provvidenziale lampione sia stato in grado di reggere il peso del pino ed evitare la catastrofe, sta di fatto però che dopo l’abbattimento della chioma, l’alto tronco dell’albero – in teoria sorretto dal solo lampione – chi sa come mai restava miracolosamente in piedi. Almeno fino al giorno dopo, quando ci si è affrettati a far sparire ciò che avrebbe potuto indurre riflessioni inappropriate.

Anche perché non si capisce come mai il pino n.81, così evidentemente pericoloso, non era stato inserito tra quelli da sottoporre ad approfondimenti strumentali.

In merito a ciò ci attendiamo debite spiegazioni, unite alla possibilità di consultare la documentazione tecnica che ha comportato un abbattimento così urgente da essere eseguito in giornata. 

Ma alla luce di tale evento, per genesi e modalità assai simile alla eliminazione di ben 13 alberi a marzo dello scorso anno, e di almeno altri 5 a gennaio del 2020, tenacemente chiederemo, ancora una volta e con atti formali,  che il Comune faccia partecipare il nostro tecnico allo svolgimento delle analisi o, in mancanza, che lo autorizzi successivamente a compiere analisi a campione, chiaramente prima che si proceda a qualunque abbattimento.

Sarebbe ora d’instaurare un rapporto realmente collaborativo coi cittadini e confrontarsi ad esempio per concordare modalità di esecuzione delle analisi e parametri di misura da adottare, in modo che quelle eseguite sugli alberi possano essere valutazioni strumentali almeno ripetibili e verificabili. 

Tanto più che la SIA – di cui Cardiello è vicepresidente e di cui fa parte anche il nostro consulente, dott. Rocco Sgherzi – ha identificato e protocollato da tempo le procedure più idonee per le analisi di stabilità, in modo da evitare dubbi e controversie.

Tuttavia non ci meraviglieremmo se ciò non avvenisse, data la mancanza di trasparenza e l’atteggiamento manipolativo sin qui tenuti  da quest’amministrazione. Basti pensare ai simulacri di democrazia già preventivati, come i consigli comunali volti non a discutere prima ma a spiegare dopo alla cittadinanza quanto disposto da oltre un anno – e cioè l’abbattimento – o gli incontri a cose fatte con cittadini e associazioni per condividere la responsabilità di una conclusione che sembra scritta. A ogni modo, noi andremo avanti con tutti i mezzi a nostra disposizione, compresa l’integrazione, relativa al pino n.81 e a tutti gli altri che dovessero subire lo stesso trattamento, degli atti stragiudiziali e documenti  già, a suo tempo,  inviati alla Procura della Repubblica”.