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La politica beneventana decida se tenere o meno il referendum sull’acqua. Il regolamento ora c’è, e diamo atto all’amministrazione Mastella di averlo approvato, ma ora occorre dare una risposta agli oltre 3200 cittadini che hanno firmato la nostra proposta”.

Torna alla carica il Comitato Sannita per l’Acqua Comune. Chiara, e legittima, la richiesta: il Consiglio Comunale si esprima sull’opportunità di tenere o meno il referendum per la gestione pubblica dell’acqua. “Per quanto ci riguarda, ovviamente, la consultazione è da celebrare. In contemporanea con le prossime elezioni regionali, perché altrimenti si determinerebbe per le casse pubbliche un aggravio di costi ingiustificabile, anche agli occhi della Corte dei Conti”. E se il Consiglio dovesse votare contro la proposta referendaria? “Ne prenderemo atto, e loro si assumeranno la responsabilità politica della scelta dinanzi alla città. Ma intanto il Consiglio deve essere convocato, così come previsto dal regolamento comunale”.

A parlare, nella sala conferenze della Cgil, sono il presidente del Comitato Giovanni Seneca e Luigi De Giacomo. Con loro anche l’ambientalista Giovanni Picone. Ad ascoltare, in sala, unico consigliere comunale presente, la grillina Anna Maria Mollica.

La palla, dunque, passa al presidente del Consiglio Comunale Luigi De Minico. “Con lui ci siamo sentiti questa mattina – spiega Seneca. E ci ha assicurato che l’ordine del giorno sarà discusso presto in Consiglio. Fino a che ciò non avverrà, continueremo a gridare e a protestare”.

Ma dalla conferenza stampa di questo pomeriggio è emersa anche una novità significativa. Le due delibere pro-Gesesa approvate dal Consiglio Comunale lo scorso 22 marzo sono state impugnate dal Comitato che ha presentato ricorso al Tar. La battaglia dell’acqua, dunque, procede. “E il sindaco Mastella – incalza De Giacomo – non può limitarsi ad attendere l’approvazione da parte del Parlamento della legge attuativa del referendum sull’acqua pubblica del 2011. Capiamo che non è questa la sua priorità, magari lo sono le elezioni regionali, ma da una personalità a cui certo non manca il senso delle istituzioni ci aspettiamo un comportamento diverso. Anche perché da quando è stato approvato il regolamento confrontarci con lui, così come con il presidente della commissione Affari Istituzionali Giovanni Zanone, è diventata impresa assai ardua”.

“Aspettiamo una risposta dal primo cittadino– rincara la dose Seneca. Per ora, è intervenuto solo per sottolineare che a Napoli la società Acqua Bene Comune non presenta i bilanci da alcuni anni. Problema vero. Ma come è vero che la Gesesa il suo lo ha presentato ed è in rosso per oltre 200mila euro”.

Da qui, la conclusione: “La partita, adesso, è diversa. Si scrive acqua ma si legge democrazia. Migliaia di cittadini hanno esercitato un diritto riconosciuto dalla nostra Costituzione. Non possono essere ignorati. Così come non si può pensare di chiudere la pratica con il parere negativo espresso dal segretario comunale”.