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Benevento – Riceviamo e pubblichiamo la lettere di una titolare di un esercizio commerciale di Benevento, alle prese con una serie di questioni che rendono difficoltosa la riapertura. Dubbi comuni, comunque, a tante persone che si trovano nella stessa situazione

Caro Sindaco Mastella, Caro Governatore De Luca.

Sono la titolare di un esercizio commerciale di Benevento, uno dei numerosissimi chiusi a causa del Coronovirus. Siamo in tanti, lo so, e ascoltare tutti non è facile, diverse esigenze, diverse casistiche, diverse persone; ma una cosa ci accomuna tutti.

Leggo che dal 27 aprile i locali potranno ricominciare con le consegne a domicilio e tutti i cittadini e i commercianti diranno ottimo: è quello che ho detto anch’io appena ho letto. Il problema è che, successivamente, ho letto le condizioni per le riaperture. E qui il mio entusiasmo è completamente svanito.

Tutte le attività di ristorazione come la mia (bar, ristoranti, pub, ecc.) hanno chiuso i battenti nella seconda settimana di marzo, senza se e senza ma, dicendoci che era giusto, moralmente corretto, in questo frangente rispettare le regole, non mettere a rischio noi, i nostri dipendenti e i nostri clienti. Non abbiamo detto nulla ma abbiamo fatto il nostro dovere civico e per questo, di certo, non meritiamo una medaglia.

Abbiamo chiuso e nei nostri locali non è entrato nessuno, in attesa di poter riprendere le attività. Ad oggi sono passati quasi due mesi e, nonostante abbiamo dovuto continuare a pagare affitti ed altro, abbiamo tenuto duro, sempre per il famoso senso civico.

Ma oggi, perdonatemi, di senso civico non ce n’è più molto.

Mi viene detto che dal 27 aprile possiamo ricominciare a fare le consegne a domicilio, previa sanificazione dei locali, in locali nei quali non ci entra nessuno da quasi due mesi. Costo della sanificazione? Circa 8 euro a metro quadro, di certo non un costo economico, almeno non per me con un locale molto ampio. Totale di spesa per sanificazione: 1.358 euro. Ma, ovviamente, non è l’unica spesa che io, come tanti altri gestori, dovremo affrontare: pensiamo alla spesa da fare (perché ovviamente abbiamo cercato di provvedere a svuotare frigoriferi e congelatori per ovvi motivi igienico sanitari), alle bollette che dobbiamo pagare (sospese finché non si riapre, poi arriveranno tutte di corsa, vecchie e nuove), all’affitto che deve essere pagato (il mese di maggio è dietro l’angolo e, giorno prima giorno meno, stiamo sempre lì).

Ho fatto una stima di quanto mi costa riaprire il mio locale giorno 27 aprile: circa 5.500 euro di spese vive. E dopo due mesi di chiusura, non stiamo parlando proprio di spiccioli. 5.500 euro per riaprire solo per le consegne a domicilio.

Adesso chiedo a voi, Sindaco Mastella e Governatore De Luca, come posso farlo?

Per carità, rispetto ai Governatori delle altre Regioni, lei, Vincenzo De Luca, è stato l’unico a cercare di dare una mano concreta ai suoi concittadini ma per quanto sia onorevole il suo lavoro, non basta.

Mi chiedo se riapro per le consegne a domicilio e rispondo che non lo so quando vorrei rispondere con un “mi dai tu 5.000 euro?”, sfogandomi contro il malcapitato amico/collega/familiare che non c’entra nulla in questa situazione, che non ne ha colpa.

E il mio non è uno dei locali “messi male”, ci sono altri che stanno molto peggio.

In queste ore sto valutando, non mi vergogno a dirlo, di chiudere la mia attività e non credo di essere l’unica. Ci sono persone probabilmente più in gamba di me per destreggiarsi in questa situazione, gente che vuole stringere i denti e provarci ma non io e credo, come me, tanti altri. Perché? Perché lo Stato non ci aiuta, perché lo Stato pensa che noi siamo solo dei conti bancari su cui prelevare i soldi delle tasse, che deve controllare ogni centesimo perché è certo che cerchiamo il modo di imbrogliare.

Imbrogliare, bella parola, quanto è bello il grande imbroglio che ha creato lo Stato con il finanziamento dei 25.000 euro, famosi e famigerati, di cui forse, facendo i salti mortali, se ne riescono a prendere 2.500. Un finanziamento di cui, comunque, noi non vedremo neanche un centesimo perché la “Cara” Agenzia delle Entrate è già lì, pronta a prenderseli nel momento in cui vengono accreditati.

Scrivo questa lettera aperta, forse troppo lunga, ma sicuramente sentita: non so ancora se riaprirò il 27 aprile ma sono certa di una cosa: se qualcuno volesse prendersi in gestione il mio locale, firmerei anche subito”.