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Vince ma non convince. L’espressione tanto cara ai commentatori sportivi torna oggi utile a chi vi scrive per sintetizzare l’esito del Consiglio Comunale tenutosi nel pomeriggio a palazzo Mosti.

All’ordine del giorno, il via libera – giunto all’unanimità, come da previsioni – al regolamento che istituisce e disciplina i referendum consultivi nella città di Benevento e soprattutto il bilancio consolidato dell’ente di via Annunziata.

E come evidente, era proprio sul documento contabile che si erano concentrate le attenzioni degli addetti ai lavori, pronti a misurare la tenuta della maggioranza dopo settimane a dir poco tribolate.

E proseguendo nella metafora calcistica, diciamo subito che il risultato c’è stato. Mastella ha incassato il via libera al consolidato 2019 così come richiesto nell’immediata vigilia. L’asticella dei ‘sì’, però, è scesa a sole 16 unità, in basso come mai era accaduto in questa consiliatura. Colpa delle tante defezioni a titolo personale e dell’astensione annunciata da Luigi Scarinzi per il gruppo “Patto Civico”.  

E dal punto di vista politico, proprio l’intervento di Scarinzi assume un significato rilevante. L’ex capogruppo di Forza Italia ha parlato a nome dell’intera delegazione, con Marcellino Aversano, Luca Paglia e Vincenzo Sguera assenti alla seduta. “Da quando abbiamo costituito il gruppo consiliare – le parole di Scarinzi – siamo stati messi ai margini della maggioranza. Eppure non c’è stata da parte nostra la richiesta di alcun incarico ma solo la volontà di portare un contributo all’amministrazione. Ma se si immagina di relegare la nostra presenza al solo voto in aula, allora si fa tutto più complicato. Sia fatta dunque chiarezza. Altrimenti, ogni vincolo di sorta andrà a decadere”. Un aut aut che si è sostanziato, questo pomeriggio, nell’astensione sul voto di bilancio. Ma che presto potrebbe tramutarsi in una completa presa di distanze dall’amministrazione Mastella.

Nessuna preclusione da parte mia – ha replicato poi la fascia tricolore –ma non è vero che il vostro contributo non è tenuto in considerazione. Se poi qualcuno è alla ricerca di alibi per creare difficoltà ribadisco un concetto già chiarito in passato. Resterò al mio posto fino a quando esisteranno le condizioni utili ad operare. In caso contrario, tornerò a fare il nonno e alle mie attività”.

Quanto al resto, è stato il ‘caso assunzioni’ a impegnare buona parte della discussione. A sollevare la questione, l’esponente dell’opposizione Italo Di Dio. “I termini per l’approvazione del consolidato sono scaduti a fine settembre. Da quel momento, per l’amministrazione scattava una sola e unica sanzione: il divieto di assunzioni di personale a qualsiasi titolo, con qualsivoglia tipologia contrattuale, compresi i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e di somministrazione, anche con riferimento ai processi di stabilizzazione in atto, fino a quando non si porterà a termine l’adempimento”.

Divieto non rispettato da palazzo Mosti, come pure ha ammesso in aula la segretaria comunale Maria Carmina Cotugno. “Effettivamente tra ottobre e novembre sono state finalizzate alcune procedure di stabilizzazioni. Ho chiesto conto di tali assunzioni al dirigente del settore competente, il dottor Alessandro Verdicchio, che si è assunto in pieno tutte le responsabilità dell’accaduto, proponendo di ‘sanare’ la situazione una volta approvato il bilancio consolidato”.

Spiegazione accolta tra le protesta dall’opposizione. “E’ una cosa gravissima – ha dichiarato Raffaele Del Vecchio. Non è accettabile l’idea che in questo comune ci sono dirigenti che assumono senza chiedere l’autorizzazione alla struttura tecnico-finanziaria dell’Ente o al segretario generale. Dinanzi alla dichiarazione, giunta in aula, dell’illegittimità di alcune assunzioni, non possiamo andare avanti facendo finta di nulla”.