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Fa ancora discutere quanto accaduto nel corso dell’ultimo consiglio comunale di palazzo Mosti. E a riprendere la parola è Federico Paolucci, dirigente regionale di Fratelli d’Italia. Un intervento, il suo, che vuole essere un monito: “Il Consiglio è ormai delegittimato e non può più prendere decisioni determinanti per la città, a cominciare dal Piano Urbanistico”.
Scrive l’esponente politico beneventano:
“Dopo la tragicomica performance del consiglio comunale di Benevento, sono volati i soliti stracci tra maggioranza (si fa per dire) e opposizione (idem).
Mastella rimprovera all’opposizione di non aver partecipato al consiglio, ma sa bene che è nelle facoltà e nei diritti dei consiglieri decidere di disertare le sedute. È un atto politico. Che poi l’opposizione sia stata in questi ormai quasi cinque anni quanto meno latente e “ballerina” è un altro discorso ed è sotto gli occhi di tutti che il circo abbia offerto spettacoli di acrobazia politica che avrebbero fatto venire le vertigini allo stesso Mastella, nonostante le sue doti funamboliche, delle quali spesso ne fa anche un vanto.
La questione sulla quale bisogna riflettere è però che questo quadro comporta una delegittimazione dell’intero consesso cittadino. Non ci sono le condizioni politiche per assumere decisioni di rilievo per la città. Questo è il dato ed almeno su questo dovrebbero tutti dare un segnale (tardivo) di responsabilità.
Non dico, come alcuni chiedono, che si dovrebbero dimettere tutti. Non credo al “ciuccio che vola” e non sarebbe giusto nei confronti di quelli (pochi) che hanno onorato il loro impegno civico. Ma almeno, a cominciare dal sindaco Mastella, si prendesse atto della inconsistenza politica del consiglio comunale (che mi sembra fosse il motivo delle sue dimissioni, poi ritirate, all’inizio dello scorso anno) e si abbia il buon senso di non decidere, a fine mandato, su questioni che sono destinate a segnare il futuro della città per molti anni. Non è politicamente corretto che una inconsistente maggioranza e una opposizione che spesso è stata solo minoranza (quando, in alcuni casi, non è stata maggioranza), e che non ha saputo creare una dialettica costruttiva sui temi nodali, approvi provvedimenti che sono destinati a segnare il futuro della città.
Uno su tutti, ma solo a mo’ di esempio. Sarebbe dignitoso e corretto evitare di portare in consiglio la proposta di modifica del piano regolatore (PUC). Per tre motivi: il primo è che un atto del genere lo si approva quando esiste una maggioranza coesa e che gode di un vasto consenso popolare. Il secondo è che i meccanismi di partecipazione che dovrebbero essere garantiti sulle scelte urbanistiche sono stati praticamente inesistenti. Il terzo è che è necessario abbandonare la vecchia prassi di approvare le modifiche al piano urbanistico alla fine del mandato, facendo diventare questo importante strumento più un mezzo elettoralistico che una scelta di prospettiva per la gestione della città. Mi sembra che, mai come in questo momento, non ci siano le condizioni”.