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Telese Terme (Bn) – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa della casa editrice telesina Edizioni 2000diciassette.

Un Sannio preoccupato vive delle ore non più scandite dalla moltitudine vociante e veloce della folla, né dalla vitalità, che da sempre contraddistingue un territorio ameno e un popolo coraggioso e fiero. Ma è proprio nelle difficoltà che si deve guardare avanti, affrontare le sfide, puntando sulla coesione sociale e la forza delle comunità e dei territori, sulla capacità di tenere insieme quel legame sentimentale di tradizioni e modernità, che da sempre ci contraddistingue.

E’ da questa coniugazione tra Storia, cultura e coraggio, che deve arrivare la forza di produrre “all’ombra dei campanili” quel guizzo vitale della ripresa, degli obiettivi ambiziosi che avevamo progettato, la forza di individuare con chiarezza una straordinaria occasione, per difendere la nostra identità e affrontare il futuro. I piccoli centri sanniti devono rinascere!

La loro evoluzione parla della dignità delle persone, tutto nei borghi sanniti, dalle strade, alle scale, alle piazze, è nato per facilitare le relazioni in una cultura che mette l’uomo e i suoi bisogni al centro, creando dialogo e sprigionando colore e bellezza. Dobbiamo guardare al Sannio con nuovi occhi, non quelli tristi ed abbassati di chi teme, o di chi fugge, ma di chi sfida anche le intemperie, e vince, rimanendo uniti.

Come diceva La Pira: “solo gli animali privi di spina dorsale hanno bisogno del guscio”, costruendo muri. E’ un’identità forte e positiva, quella sannita, che presenta menti eccelse, che nulla ha da invidiare ai grandi complessi cittadini, anzi sono i borghi, che rappresentano un presidio di civiltà, terre da dove possono partire grandi innovazioni, adatte all’iniziativa di giovani imprenditori agricoli ed industriali; rappresentano fucine di cultura, luoghi dove favorire processi di sviluppo.

Facciamo in modo che questa grande avventura dolorosa sia un’opportunità da cogliere, un’occasione per sottolineare quanto il Sannio sia unito, mobilitiamoci per una missione comune, attraverso tutte le migliori energie: istituzionali, sociali, culturali ed economiche. Non perdiamoci, non chiudiamo le nostre porte, i nostri cuori, non distruggiamo quello che abbiamo costruito faticosamente per millenni.

Facciamo in modo che l’amore per la nostra terra sia più grande delle nostre paure e che la cultura sia il collante per la ripresa sia fisica che psicologica”.