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di Valentina Scognamiglio

Il secondo appuntamento della rassegna organizzata dall’Università del Sannio ha visto protagonista Francesco Cicchella, un artista estremamente poliedrico, comico e parodista, più che imitatore come si è definito lui durante la piacevole chiacchierata in cui si è raccontato agli studenti e a qualche spettatore non più così giovane.

In un appassionato racconto di sé ha ripercorso i passi che lo hanno portato a realizzare alcuni dei suoi più grandi sogni spiegando di quanto abbiano avuto un ruolo importante nella sua vita tutte quelle persone che lo hanno sostenuto e a volte indirizzato, proprio come fece il professore di latino e greco del liceo che lo ha spinto ad iscriversi al concorso che lo ha poi visto vincitore del Premio Toto alla comicità.

Un’innata vena artistica quella di Francesco Cicchella, che ha coltivato sin da piccolo e che gli ha permesso di muoversi in diversi ambiti dello spettacolo spaziando dalla musica con lo studio del pianoforte, al canto a quella che poi è diventata la sua cifra artistica: l’imitazione. Ha svelato così al pubblico che lo ha ascoltato interessato come questa non sia stata la sua prima scelta rivelando che per lui le imitazioni erano solo un mezzo per far stare bene la sua famiglia prima e chi gli stava intorno poi.

Avrei sicuramente fatto l’artista, anche se non avessi vinto il Premio Totò. La scelta della comicità è stata la soluzione a quello che era un mio valore aggiunto ma al contempo un problema. Facendo più cose era difficile incasellarmi, la comicità è stato un modo per riversare tutto il mio bagaglio artistico” ha detto spiegando come in Italia gli artisti poliedrici, che sanno muoversi a più livelli, non siano molto considerati come accade invece al di là dell’Oceano.

Molti gli artisti che lo hanno ispirato, da Michael Jackson a Pino Daniele nella musica, Fiorello, Teo Teocoli e Gigi Proietti per il lato comico. Eppure ci ha svelato che oltre a prendere esempio dai più grandi, per lui sia stato altrettanto utile capire dagli altri cosa non funzionasse in modo non replicarlo poi sul palco. Nella scelta dei personaggi da imitare, invece, ha poi spiegato che all’inizio della sua carriera erano determinanti l’amore o lo sfinimento dato dai continui passaggi in radio delle stesse canzoni, mentre adesso coloro che porta in scena sono anche un mezzo per toccare argomenti un po’ più seri.

Non mi attribuisco chissà quale spessore artistico, ma quando mi va e ne sento l’esigenza parlo di quello che mi succede”.

E così oggi Francesco Cicchella è a teatro con il suo spettacolo “Bis!” in un mondo nuovo con dinamiche completamente diverse dal quelle della televisione, un mondo che in realtà ha sempre fatto parte della sua vita che, come ha raccontato, è sempre stata piena di stimoli sin da quando era bambino.

E sullo studio e sull’impegno Francesco ha voluto mettere l’attenzione dando un bellissimo suggerimento ai ragazzi: “Lo studio e l’aver approfondito mi ha dato una grande marcia in più. Quello che posso consigliarvi è che bisogna saper riconoscere le proprie capacità ed esserne fieri, capire quali sono le vostre caratteristiche vincenti e i vostri limiti e puntare a coltivare questi talenti per cercare di farli fruttare al meglio” ha poi continuato “Se io non avessi studiato non avrei potuto fare quello che ho fatto fino ad oggi”.

E così, con questo splendido consiglio, si è concluso questo interessante incontro che ha svelato al pubblico un artista umile e innamorato della sua arte, vicino a quel pubblico che per affetto lo chiama ancora con il nome dei personaggi da lui portati in scena.