- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Benevento – Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. De Zerbi deve arrendersi al principio matematico, costatando che la nona formazione diversa in altrettante partite alla guida del Benevento non ha prodotto gli esiti sperati. Contro il Genoa è salito a ventidue il conto dei giocatori che almeno una volta sono partiti titolari con il tecnico bresciano, il quale non ha riservato questo privilegio ai soli Piscitelli, Gyamfi, Gravillon, Kanoute e Coda. L’allenatore giallorosso, insomma, le ha provate veramente tutte in queste nove giornate, passando dal 3-4-2-1 al 4-3-3 in base all’avversario e cercando di coinvolgere quasi tutti i componenti della rosa a sua disposizione. Le risposte fornite hanno portato la solita (inutile) dose di complimenti, ma di quella tanto attesa vittoria neanche l’ombra.

Ha ragione De Zerbi, allora, quando dice che questo organico ha carenze evidenti, che bisognava cercare di restare aggrappati alla corsa salvezza per poi correre ai ripari a gennaio. Una squadra che pecca in esperienza e fisicità, qualità che purtroppo non si acquisiscono all’improvviso, e che stacca la spina troppo presto, gettando al vento punti che apparivano ormai certi. Al di là di quelli che possono essere stati gli errori dell’allenatore (tanti cambiamenti non sempre giovano), le responsabilità sono insomma da ricercare altrove perché una missione già di per sé difficile finisce con l’assumere i contorni dell’impossibile se erediti una squadra costruita da altri per giocare in maniera differente.

Certo, neanche la fortuna ha baciato il Benevento in questo periodo. La prestazione di Genova ha sottolineato l’importanza di Lucioni, Antei si è rotto il tendine di Achille, D’Alessandro continua ad accusare problemi a intermittenza e di Iemmello si sono perse le tracce. Il tecnico ha allora puntato con assiduità su Cataldi, l’ex Lazio ha saltato una sola partita per squalifica, e su Chibsah, primatisti con otto maglie da titolare indossate in nove occasioni. Seguono a quota sette Brignoli, nelle ultime due gare fuori per fare posto a Belec, e i difensori Djimsiti e Di Chiara. Curioso come abbiano ruotato spesso le punte centrali: quattro gettoni per Armenteros, tre per Puscas e due per Iemmello. Risultato: tre reti messe a segno, una a testa per l’esattezza. Troppo poco per pensare di poter riscrivere la storia.