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Benevento – E’ di ieri la singolare notizia del sindaco di San Giorgio del Sannio, Mario Pepe, che ha voluto ringraziare pubblicamente una sua concittadina per aver raccolto gli escrementi del suo cane dal marciapiede. Un comportamento civile del tutto insolito se si guardano i marciapiedi del capoluogo sannita, ma se non è l’Amministrazione, chi altro ha il compito di controllare che tutti attuino questa “buona condotta”?

Bisogna partire dal presupposto che secondo quanto previsto dall’articolo 639 del Codice Penale il proprietario beccato dalla polizia locale può essere punito con una multa salata fino a 103 euro. Ma la sanzione può salire dai 1.000 ai 3.000 euro se il cane sporca su monumenti storici od opere d’arte, fino a rischiare da tre mesi a un anno di reclusione.

Spesso si viene snobbati o addirittura aggrediti verbalmente dai padroni ai quali viene fatto notare di rimuovere gli escrementi, noncuranti della legge e consapevoli di non essere puniti per questa cattiva abitudine; non resta che abbassare la testa e allenarsi con vere acrobazie e slalom per evitare di calpestare le deiezioni canine sparse sui marciapiedi e nelle aiuole della città. Comportamento incivile che mette in imbarazzo anche chi, invece, compie quotidianamente il proprio dovere.

Non pochi anni fa vennero installati, dal Comune, dispensori di buste in varie zone di Benevento. Peccato, però. che siano vuoti da tempo e che in alcuni di essi è possibile trovare anche rifiuti come buste di patatine o cartacce. Un’Amministrazione poco attenta a far rispettare anche regole così semplici, per le quali bastano davvero poche accortezze come portare il proprio cane in aree idonee, munirsi di una bustina oppure, per i più sensibili, addirittura una paletta che permette di raccogliere le deiezioni che finiscono direttamente nell’apposito sacchetto.

Non si tratta solo di educazione civica, dovrebbe essere un comportamento normale se si rispetta la propria città ma soprattutto se c’è coscienza del problema che possono determinare per la salute e per l’ambiente. Infatti, come provano i test scientifici, le feci dei cani dopo essersi seccate e polverizzate, non solo restano nel terreno e nell’aria che respiriamo, ma una parte, con la pioggia, penetra nelle falde acquifere causando seri problemi dovuti a batteri e agenti dannosi.

Dunque, non si chiede tanto all’Amministrazione Comunale per facilitare un atteggiamento corretto da parte di quei proprietari incuranti delle regole; chi sa se poi non capiti a loro di calpestare la cacca dei propri cani.