Ferrara – Daniele De Rossi ha presentato il match di domani contro il Benevento di Fabio Cannavaro. L’allenatore della Spal ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida del tredicesimo turno di campionato. Le sue dichiarazioni:
Benevento – “E’ una squadra costruita per lottare per le prime posizioni. Ha raccolto meno punti rispetto a quanti ne avrebbe meritati, anche nella prima parte di stagione quando c’era ancora Caserta. Da parte nostra c’è massimo rispetto nei confronti del Benevento”.
Terni – “Cerchiamo di analizzare la prestazione e crediamo nella prestazione. Il gol può essere generato anche da un episodio, ma la prestazione non è mai casuale. Sono contento di quanto visto a Terni, se riusciremo a fare più prestazioni di questo tipo sarà più facile vincere le partite”.
Allenamenti – “Abbiamo lavorato sull’aspetto fisico e tecnico nelle prime sedute della settimana, nelle ultime invece abbiamo lavorato di più sull’aspetto tattico senza però avere dogmi da rispettare”.
Rigori – “C’è una gerarchia sui tiratori ma non voglio rivelarla per non dare troppi indizi agli avversari. Sono stato rigorista, osservo i giocatori e già ho scelto chi li calcia meglio di tutti. Però a volte chi li tira benissimo in allenamento non è detto che li tiri bene anche in partita. Non c’è un segreto per battere i rigori. C’è studio, lavoro, e servono nervi saldi. E’ un gioco a scacchi, non ci si può basare solo sulle qualità”.
Mestiere – “Allenare è un sogno, l’unica cosa che mi stressa è stare lontano dalla famiglia. E’ una cosa che digerisco a fatica, è proprio un mio limite. In futuro o riuscirò a portarmela dietro oppure smetterò presto. E’ vero che si sta sempre davanti a un computer e la giornata sembra corta, ci sono pressioni sull’allenatore, ma sono felice di allenare”.
Ambientamento – “E’ difficile non ambientarsi a Ferrara. A parte le biciclette contromano che spuntano a ogni incrocio è una città adorabile, bellissima, facile da vivere e piena di gente disponibile.
Cannavaro – “Abbiamo vissuto talmente tante esperienze insieme che è difficile tirare fuori un solo aneddoto. Mi ha portato a vincere un Mondiale, che è una cosa eterna. La curiosità semmai è che parlate tutti di Fabio Cannavaro quando in realtà il mio primo grande amico è stato Paolo, suo fratello. Abbiamo condiviso la stanza in under 21 e siamo molto legati, ci vogliamo molto bene. Sarà un piacere vederli entrambi e abbracciarli”.
Condizione – “Arena e Varnier dovrebbero iniziare il processo di reinserimento in squadra dopo la sosta. Tripaldelli sta bene e gli altri sono tutti nelle condizioni di giocare”.
Gioco – “Penso che abbiamo palleggiato e a volte schiacciato i nostri avversari nell’ultimo terzo di campo. Col Sudtirol abbiamo fatto bene in questa circostanza ma meno bene nel ripiegare in contropiede sulle loro ripartenze”.
Nazionale – “Io e Cannavaro eravamo due che nello spogliatoio, pur avendo 10 anni di differenza, stavamo poco zitti. Siamo sempre stati attratti da questo sport, anche perché quando smetti di giocare due sono le strade: o esci dal mondo del calcio o ci resti dentro. Non è un caso che di quella Nazionale molti hanno deciso di fare gli allenatori perché avevamo un padre, un esempio, un gigante come Marcello Lippi che ci ha segnato. Quando hai allenatori come questi vieni inevitabilmente influenzato”.