- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Benevento – Le immagini di Gaetano Letizia con la maglia del Carpi si sprecano. Considerando che l’ha indossata 192 volte, se ne avesse conservata una a partita ne avrebbe quasi duecento. Sono persino infinite quelle immateriali. Due promozioni dalla C alla A tra il 2012 e il 2015, la retrocessione del 2016 a culmine di un campionato in cui la squadra di Castori sfiorò l’impresa della salvezza; il play off perso contro il Benevento l’anno successivo in una finale indimenticabile per il popolo giallorosso ma un po’ meno per lui. In totale i minuti si fermano a quota 19.132, un’infinità.

Cifre imparagonabili a quelle del suo collega Di Chiara, che la divisa dei romagnoli l’ha vestita la scorsa stagione, da febbraio in avanti. Il Benevento decise di mandarlo in prestito in B ma l’esperienza non fu indimenticabile anche a causa di sopraggiunti guai fisici: otto presenze da titolare e due da subentrato per un totale di 710 minuti. Il confronto statistico non ha nulla a che vedere con il duello che vede coinvolti i due in questa stagione. Bucchi nel suo 4-3-3 finora li ha chiaramente visti come l’uno l’alternativa dell’altro sulla corsia sinistra. Quando non è in campo Letizia, gioca Di Chiara e viceversa. Per nulla contemplato, almeno per il momento, il dirottamento del napoletano a destra con il conseguente impiego dell’ex Perugia sull’out mancino dal primo minuto. Quando Maggio ha alzato bandiera bianca è toccato a Gyamfi, individuato come il sostituto naturale del capitano, prendere posto nell’undici titolare con una sfrontatezza e una capacità di arrivare al cross dal tono decisamente minore.

Più bloccato il senegalese, meno difensivo il palermitano, che nel tempo ha sviluppato – dal suo canto – una precisione nel cross dal fondo che tanto comodo potrebbe fare a punte come Coda e Asencio. Tornando all’attualità, e in particolare al ballottaggio tra terzini, non c’è ragione di pensare che a Carpi la musica possa cambiare. Lo impone la logica, più che altro, specie in considerazione di un auspicato recupero di Christian Maggio che oltre a riprendersi la fascia di capitano sfilandola a Viola, si riapproprierebbe anche della corsia destra difensiva. E così, quello tra i due ex di giornata, si prefigura non solo come un ritorno nello stadio che per qualche tempo ha avuto il sapore di casa, ma anche un vero e proprio duello per convincere Bucchi. Sempre che l’allenatore non si inventi qualcosa di diverso, ma a quel punto stupirebbe anche se stesso.