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Benevento – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa della senatrice Ricciardi.

Ho depositato al Senato un disegno di legge delega che introduce nell’ordinamento italiano il “diritto alla disconnessione”, la ratio della mia proposta è di arginare il potere di controllo del datore di lavoro, di cui alla Legge 81/2017, limitandolo al rispetto del tempo di riposo e di recupero, così da prevenire abusi che possono produrre nel lavoratore stress negativo. È ormai chiaro a tutti che un datore di lavoro che eccede sia nell’esercizio della propria posizione sia nell’uso degli strumenti tecnologici (smartphone, e-mail, app di messaggistica istantanea, ecc.) può entrare illimitatamente e dispoticamente all’interno della vita privata dei propri collaboratori e delle loro famiglie. Occorre perciò limitarne l’invasività per garantire il benessere psicofisico del lavoratore. Ciò avverrà garantendogli il diritto di disporre autonomamente del proprio tempo libero e quindi il proprio diritto a non utilizzare le apparecchiature che lo connettono costantemente e senza soluzione di continuità alla sua prestazione lavorativa o ai desiderata del suo capo. Il diritto alla disconnessione è dunque la risposta all’esigenza del lavoratore di poter staccare la spina dal proprio lavoro e di essere irreperibile. 
Nella mia esperienza di avvocato in diritto famiglia ho potuto spesso notare come alcuni conflitti famigliari siano gravati dal troppo lavoro: ciò è determinato da un aumento dello stress psicologico noto agli specialisti come ‘carico allostatico’, ovvero lo stress a lungo termine che oltre a provocare problemi di salute, ci rendere più irritabili, e avvelena le relazioni umane. Purtroppo, negli ultimi anni invece abbiamo imparato a familiarizzare con termini orrendi come ‘burnout’, un vero e proprio collasso emotivo ed energetico dovuto al troppo impegno lavorativo. Molti dei casi che ho avuto modo di trattare nel mio studio legale, con l’ausilio di esimi medici e psicologi, non avrebbero avuto bisogno della sentenza di un giudice se avessero inteso per tempo l’importanza di un istituto come la disconnessione, che sicuramente in quei casi avrebbe potuto fare la differenza. In quest’ottica ho inteso proporre un approccio diverso dal perfezionamento dell’istituto dell’orario di lavoro o della reperibilità aziendale, ponendo all’attenzione del legislatore il benessere psico-fisico dei lavoratori e dei loro affetti. 
Mi auguro che questa proposta possa essere sostenuta da tutte le forze politiche nel comune riconoscimento della necessità di adottare strumenti nuovi per la tutela dei diritti fondamentali di tutti i lavoratori, ovvero restituire l’indirizzo normativo dell’esigenza di un giusto equilibrio tra il tempo del lavoro e vita privata in cui il lavoratore come individuo cerca la sua piena soddisfazione, benessere e realizzazione sociale”.