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Benevento – Il Decreto Legge Sicurezza di stampo salviniano, approvato la scorsa settimana in Senato, bocciato nella giornata di ieri dal CSM e calendarizzato al 22 novembre per l’approvazione alla Camera dei Deputati, è stato al centro del dibattito avvenuto ieri al Mulino Pacifico di Benevento, nell’ambito della tre giorni del Bruja Negra Fest.

Le conseguenze  del provvedimento su immigrazione e sicurezza sono state analizzate da Italo Di Sabato dell’Osservatorio Nazionale Contro la Repressione, Silvia Stilli – Portavoce AOI, Luigi Diego Perifano della LIDU Benevento, Virginia Anna Crovella – Csa ex Canapificio di Caserta, con la moderazione di Costanzo Di Gioia.

Un decreto sicurezza fortemente repressivo sia per quanto riguarda la ridefinizione della protezione umanitaria, del sistema di accoglienza e della gestione dei flussi migratori sia per la stretta sul libero dissenso, le occupazioni e i blocchi stradali con l’estensione del Daspo Urbano e delle misure coercitive su più fronti.

Una legge in continuità con le politiche del PD, nel solco della Minniti-Orlando – ha spiegato Italo Di Sabato dell’Osservatorio Nazionale contro la Repressione. L’Italia è da 10 anni ormai orientata a risolvere il disagio sociale con il sistema della penalità e non del potenziamento dei servizi per i soggetti svantaggiati che invece sono visti come il principale nemico da combattere”.

Inasprimento delle pene e ridefinizione del sistema d’accoglienza che avrà grosse ricadute anche sul modello SPRAR che è apparso, invece, come una progettualità utile ai Comuni per accogliere e integrare i migranti ma anche tenere in vita, come è accaduto nei piccoli comuni del Sannio che vi hanno aderito, realtà territoriali destinate allo spopolamento e all’impoverimento sociale ed economico.

I vantaggi degli SPRAR li illustra Virginia Anna Crovella del Csa ex Canapificio di Caserta, dal 1995 impegnata insieme al movimento migranti e rifugiati a costruire una rete reale e forte di integrazione. “In 12 anni abbiamo fatto grandi passi avanti grazie al sistema Sprar per vari motivi. Nel 2007 sei persone erano inserite nel programma, ora siamo a 200. Ciò grazie alla sinergia tra la lotta e l’accoglienza istituzionale che ha portato grandi benefici alle persone e al territorio casertano. Penso al Piedibus, un progetto gratuito di accompagnamento a piedi dei bambini nel tragitto casa-scuola – scuola-casa in cui piccoli e i genitori migranti e italiani si mescolano per socializzare e per risolvere il problema dell’inquinamento”.

“Poi– insiste Virginia – lavoriamo per ottenere misure di sostegno al reddito che accomunano le utenze italiane e straniere. Nelle lotte le persone si avvicinano, si supportano e si conoscono. Infine è importante diffondere e rivendicare anche l’indotto economico creato dagli SPRAR, una cosa che il PD non ha mai voluto fare. Senza lo SPRAR non lavorerebbero 40 persone tra operatori e impiegati; i contadini dell’Alto Casertano da cui acquistiamo il cibo sarebbero ancora in grossa difficoltà, i proprietari di 24 appartamenti a Caserta li avrebbero sfitti, i negozi sarebbero già stati chiusi. Tra due giorni scenderemo in piazza, migranti e italiani per i buoni libro visto che 1067 persone, a causa della mancanza di fondi, sono rimaste senza quell’aiuto. Abbiamo chiesto al sindaco di stanziare i 140.000 euro dello Sprar su questa misura”.

Virginia Crovella sposta il dibattito sulla mancata rivendicazione della bontà del modello, a livello economico, anche per gli italiani ma soprattutto sulla narrazione del fenomeno migratorio che la sinistra non è riuscita a veicolare e che, anzi, è stato il punto forte della propaganda leghista e delle destre.

Il nemico, l’insicurezza, la paura, l’invasione. Parole che hanno inondato l’agenda politica e l’opinione pubblica sempre più orientata allo scontro con l’Altro e non all’incontro di culture e all’arricchimento educativo e sociale.

“Dobbiamo costruire un movimento antipenale e il tema della narrazione va affrontato abbattendo anche noi steccati ideologici per resistere e agire, attraverso un patto sociale e territoriale, alla crisi economica e di valori che questa società ha ormai interiorizzato”. Silvia Stilli, Portavoce AOI, auspica una lotta di medio lungo periodo per tenere accesa la speranza di ricucire il tessuto sociale, proprio attraverso il racconto delle buone pratiche provando a distruggere la propaganda anti immigrati, volta alla costruzione perenne del nemico, parlando con le persone.

Critico sul DL sicurezza anche l’avvocato Luigi Diego Perifano della LIDU Benevento: “Un’operazione insensata che porterà al peggioramento della situazione. La mistificazione ideologica iniziata qualche anno fa da Salvini e dai suoi alleati arriva al suo completamento con questo iter legislativo. E’ stata creata un’emergenza artificiale attraverso lo spettro dell’invasione di massa che con questo decreto andrà a crescere. Penso sia un manovra studiata proprio per non risolvere un problema che invece il modello Sprar stava finalmente sciogliendo. Si dovevano superare i CAS e invece si smonteranno gli Sprar. E’ assurdo”.

Di fatto la partita sul decreto sicurezza è ancora da giocare ma è indubbio che, come più volte ripetuto durante il dibattito, il Governo stia procedendo sulla falsariga dei provvedimenti degli ultimi anni a firma PD. Rispondere alla crisi dello Stato Sociale trasformandolo in Stato Penale, riducendo le legittime rivendicazioni di un’ampia fetta di società che vive situazioni di difficoltà sociali ed economiche  a mero problema di ordine pubblico. Siamo certi che sia questa la risposta giusta per sentirci più sicuri?