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Arrivano le dichiarazione di Angelina Serino, nonché ex assessore all’istruzione al Comune di San Giorgio del Sannio.

“Due anni e mezzo fa ho deciso di candidarmi perché credevo e continuo a credere che ognuno di noi è responsabile del suo destino di cittadino e perciò deve mettersi a disposizione della collettività per provare a migliorare il funzionamento delle istituzioni. Era l’inizio di un impegno verso il mio paese in cui ho creduto con forza e speranza. Ecco perché, in ogni istante, ho cercato di utilizzare al meglio, al servizio di tutti noi Cittadini, quella che era la mia competenza professionale, la mia passione politica, la mia concretezza pratica di donna, il mio Amore per la vita. Nonostante le difficoltà e gli ostacoli connessi al ruolo e/o frappostimi, mi sono impegnata per esercitarlo con il massimo impegno. Oltre ai tanti risultati raggiunti e visibili agli occhi di tutti ho conseguito anche un altro obiettivo, importante per me ed indirettamente pure per chi rappresentavo: non aver consentito a niente e nessuno di stravolgere la mia dignità. Proprio la conoscenza della politica di casa nostra acquisita in questi anni, mi ha consentito di rispondere “No”, con consapevolezza e convinzione, a tutte le proposte di candidatura che mi sono state fatte perché in esse non ho rinvenuto nessuna novità che rinvigorisse in me motivazioni ed entusiasmo.

Ho detto “No” perché non posso fare qualcosa in cui non credo e in questo momento non credo che ci potrà essere, almeno nell’immediato, un mutamento in positivo davvero importante del quale la politica cittadina avrebbe invece urgente bisogno. La ragione è palese. Gli attori principali resteranno, con elevata probabilità, in gran parte, gli stessi, coadiuvati da altri vecchi attori che torneranno, direttamente o indirettamente, in scena. La mia presenza da candidata non serve in questa tornata elettorale colma di numeri. Alle persone libere, anche dall’ossessione del c.d. potere, non serve avere una poltrona istituzionale in modo continuativo per essere al servizio della collettività. Per lavorare al miglioramento del nostro vivere sociale, politico, culturale, abbiamo sedie e banchetti nelle nostre case, nei nostri studi professionali, basta continuare a mantenere la voglia di fare per la collettività e quindi per noi stessi. E questa voglia non mi abbandonerà mai”.