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“La duplice evasione dei due giovani detenuti dal carcere per minori di Airola – dopo quella di gennaio del ragazzo di origini egiziane dal carcere minorile Ferrante Aporti di Torino, la clamorosa fuga di Natale dal Beccaria-Milano di cinque giovani detenuti, le rivolte in numerosi istituti del Sud, le decine di incendi appiccati in cella, la violenta aggressione all’Istituto minorile Malaspina di Palermo contro due agenti penitenziari – è solo l’ennesima evasione annunciata. E’ da mesi che lanciamo, inascoltati, l’allarme sulla situazione gravissima in cui versano gli istituti per minori diventati “palestre” per emulare i “grandi”. A sostenerlo è Aldo Di Giacomo segretario generale del S.PP. “Rispetto ad una situazione esplosiva in istituti che registrano la presenza tra i poco meno di 400 detenuti di diverse decine di extracomunitari – aggiunge – le uniche proposte sinora ascoltate sono venute dal
Ministro Nordio che ha parlato di istituire Tavoli interministeriali e di “convertire strutture
penitenziarie di un certo valore locativo in valori monetari che possono essere impiegati per
l’edificazione e la ristrutturazione di altri luoghi di detenzione”.

Ma siamo di fronte a un programma di lungo termine che lascia inalterata la situazione che il personale penitenziario è costretto a fronteggiare senza mezzi adeguati. Eppure sembrava che dopo la clamorosa fuga dal carcere Beccaria di Milano tutti avessero scoperto un’ovvietà: l’attuale sistema carcerario per minori non solo non serve a nulla, anzi si rivela una sorta di scuola per delinquere con il 90% di chi entra si avvia verso una “carriera criminale” passando come stadio successivo immediato al carcere normale.

Il 70% dei ragazzi entra per custodia cautelare, con una permanenza media di poco superiore ai 100 giorni. Per noi – dice il segretario S.PP. – le misure da mettere in camposono decisamente più complesse. Sarebbe troppo facile estendere la platea di minori
perseguibili. Il primo problema è infrastrutturale oltre che di personale. Tra le priorità è
necessario pensare agli istituti per minori per potenziarne il ruolo effettivo di rieducazione
oltre all’adeguamento delle strutture carcerarie esistenti, fatiscenti e vetuste. Ma – conclude – la politica preferisce litigare persino sui bambini in carcere con le madri detenute”.