Benevento – Due italiani sulla strada europea del Milan. Tre se si considerano i trascorsi con Lazio e Inter del tecnico Dejan Stankovic. Domani i rossoneri affronteranno a Belgrado la Stella Rossa e troveranno ad attenderli Diego Falcinelli e Filippo Falco. L’ex giocatore della Strega, alla vigilia del possibile debutto in Europa League, ha rilasciato un’intervista al portale Minuti di Recupero, spiegando i motivi che lo hanno spinto a cedere alle lusinghe della compagine serba.
“Perché la Serie A non ha creduto abbastanza in me. Per arrivarci è stata durissima, ho fatto benissimo in B, ma prima del Lecce non ho mai avuto delle chance concrete nella massima serie. A Bologna finché c’è stato Delio Rossi, che posso solo ringraziare, avevo giocato 9 delle prime 10 partite, poi è arrivato Donadoni e onestamente non so perché, ma non mi vedeva proprio. Non so cosa gli abbia fatto, ma con grande umiltà posso dire che con me non si è comportato benissimo. Il Bologna mi ha mandato in giro in prestito senza darmi alcuna possibilità, così ho ricominciato da Benevento, dove ho vinto il campionato di B da protagonista“.
Un’esperienza nel Sannio culminata con la gioia della promozione e con una grande delusione. Falco non fu riconfermato la stagione successiva e per il “Messi del Salento” quella resta una ferita ancora aperta. Due le persone finite sul banco degli imputati: Salvatore Di Somma e Marco Baroni, all’epoca rispettivamente direttore sportivo e allenatore del Benevento.
“Credevo a quel punto di essermi riconquistato nuovamente la Serie A, stavolta sul campo, e invece l’anno dopo non mi hanno confermato. Non so se la colpa sia stata del DS o dell’allenatore, ma per me è stata una mazzata. Un’enorme delusione, per alcune notti non ho dormito. Mi sono chiesto a lungo cosa avessi che non andava e quella domanda era diventata un’ossessione. Magari la colpa non fu di Baroni, ma per quello che gli avevo dato forse avrebbe dovuto spendersi di più per la mia riconferma“.