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Benevento – Un preambolo necessario per far capire che il discorso sportivo con lo spettro della retrocessione ben visibile non è giustificabile con un singolo episodio. La stagione della Forza e Coraggio parla da sola, la sconfitta odierna contro il Lioni è solo la punta dell’iceberg in un torneo da dimenticare. Basti solo pensare che neanche il doppio vantaggio maturato oggi è stato conservato, gli irpini di gol ne hanno fatti ben cinque, prendendosi i tre punti. E questo è un dato assodato, il campo è giudice e va sempre rispettato, in tutto e per tutto.

Ma qualcosa questa sfida la racconta comunque ed è quel segreto mondo del calcio dilettantistico che nasconde verità mai scritte ma che si possono ben comprendere. Un sottobosco fatto di storie antipatiche che non hanno altro risultato che alimentare dubbi, inasprire rapporti e incidere incredibilmente sui campionati.

Il Lioni arrivato a Ponte non è lo stesso che la settimana scorsa ha giocato, o meglio non ha giocato, coi cugini dell’Eclanese Città di Avellino. Nel derby, la squadra irpina si è presentata in sette persone, e le dimissioni in settimana del mister hanno lasciato pensare che fosse tutto in fase di smantellamento, forti anche di una classifica tranquilla. Una gara durata pochissimo e un tre a zero a tavolino dopo che non ci sono state le condizioni per continuare. Basta andare sulla pagina facebook del Città di Avellino e si legge: “sospesa per sopraggiunta inferiorità numerica”.

In casa Forza e Coraggio si è pensato proprio questo, “il Lioni ha smantellato tutto”. Mai cosa più falsa perchè a Ponte, nella gara odierna, il numero era ben cospicuo, la rosa relativamente completa, la gara si è giocata (fortunatamente) in maniera regolare. E il problema non è che si sia giocato oggi, quanto il non averlo fatto la settimana scorsa. Cosa è cambiato in soli sette giorni? Come si passa da sette persone a una rosa numericamente vicina alla normalità?

Facile pensare a un torneo falsato, lo farebbero tutti. L’Eclanese, come la Forza e Coraggio, erano in lotta per la salvezza (irpini in piena bagarre play out, sanniti costretti a ricucire uno strappo per garantirseli gli spareggi). La non gara ha spazzato via tutto e spezzato tutto, ha umiliato i sacrifici di una società che, con tutti i limiti di questo mondo, ha montato e smontato squadra ma sempre garantito la correttezza del torneo, fino alla fine, chiedendo un grande sacrificio alla juniores, impegnata in due tornei. E questo pur di poter portare a termine il torneo e pagare sul campo le conseguenze delle proprie lacune. Il derby irpino non giocato, invece, racconta un’altra storia, nella quale nessuno vuole entrare per giudicare e colpevolizzare. Ma torna utile ricordare una massima di Papa Pio XI che Andreotti ha fatto sua: “A pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso ci si indovina”.