- Pubblicità -
Tempo di lettura: 5 minuti

“La questione del ‘ferragosto beneventano senza eventi’, imputata al Comune di Benevento come grave omissione, considerata talmente grave da invitare ad interrogarsi sulle relative ragioni, nonché da suggerire addirittura al primo cittadino la scelta ‘coraggiosa’ di ‘destituire coloro i quali non risultano efficienti o produttivi’, in realtà non è altro che un pretesto per alimentare polemiche sterili e dannose. La chiusura di molti esercizi commerciali, in linea con la decisione della maggior parte dei cittadini di Benevento – come di tanti altri capoluoghi di provincia – di concentrare le ferie nella settimana di ferragosto (anzi, a Benevento, nel periodo ricompreso tra il 15 e il 24, data della festa del santo Patrono Bartolomeo apostolo), non è altro che la pura espressione di una fedeltà alla tradizione. Si tratta di nient’altro che di una consuetudine ormai consolidata in città”, lo scrivono gli assessori Luigi Ambrosone (Attività Produttive), Attilio Cappa (Turismo) e Antonella Tartaglia Polcini (Cultura).

“Sì che non ha mai destato scalpore la coerente e consequenziale scelta, delle amministrazioni comunali susseguitesi nel tempo, di concentrare in altri periodi della stagione estiva e dell’anno gli eventi e le manifestazioni di intrattenimento (perché il riferimento è a feste e concerti, non ad altro). Anzi, sin dal primo insediamento del sindaco Mastella, si è sempre prestata particolare attenzione a garantire una estate confortevole e ricca di momenti di svago a quanti si trovassero costretti a rimanere in città nel periodo estivo, al netto delle fasi emergenziali degli anni del Covid, accompagnate comunque da un’attenta vicinanza a chi necessitasse di conforto. Del resto, anche quest’anno, un intenso avvicendarsi di eventi culturali, teatrali, musicali, coreutici, sportivi, enogastronomici ha contrassegnato il denso e ricco calendario di manifestazioni in città, fino alla prima decade di agosto, per riprendere – immediatamente dopo la consueta pausa nel periodo coincidente con il cuore dell’estate – dal 25 agosto, con il cartellone di Città Spettacolo (al netto delle manifestazioni e celebrazioni religiose che caratterizzano da sempre, con eventi liturgici e secolari, sia il 15 agosto, solennità dell’Assunzione al cielo della Beata Vergine Maria, sia il 24 agosto, solennità di san Bartolomeo apostolo, patrono della città). Si rileva in proposito errata e tendenziosa la precisazione secondo la quale non rientrerebbero tra i “progetti dell’amministrazione”, eventi e manifestazioni che hanno avuto il patrocinio o che hanno visto la compartecipazione organizzativa del Comune, con il pieno coinvolgimento dell’amministrazione nella relativa programmazione e realizzazione, per assicurarne la concreta sostenibilità, a partire da quella economica e logistica.

Si tratta di una puntualizzazione anch’essa provocatoria e che mostra se non altro di trascurare che la progettazione pubblica – soprattutto in ambito culturale-turistico, oggi più che mai deve fondarsi su un sempre più articolato partenariato pubblico-privato, che si rivela l’unica possibile via per la realizzazione di eventi con le assai ridotte casse comunali e più in generale pubbliche. Anzi si tratta del miglior modello di amministrazione efficiente delle risorse pubbliche, rispettoso del pluralismo e aperto alla prospettiva della sussidiarietà e della leale cooperazione. Alla luce di queste poche ma essenziali considerazioni non si giustifica l’ imbarazzo’ espresso per il paragone con il cartellone dell’ ‘Avellino Summer festival’, se non forse per il particolare della serata del 16 agosto, costata ben ‘264mila euro alle casse del Comune’ capoluogo della provincia irpina, come si legge dalla stampa a proposito del ‘concertone’ di ferragosto.

È evidente che si tratta di una provocazione che non si intende raccogliere, ma che impone un intervento di chiarezza. La programmazione di iniziative ed eventi culturali, di promozione turistica e delle attività produttive, gli interventi per migliorare la qualità della vita dei cittadini non si misurano certo in base al numero di concerti o di serate. Occorrerebbe piuttosto avere il coraggio e l’onestà di riconoscere che è espressione di buon governo, di buona amministrazione e di corretta gestione delle risorse pubbliche evitare di investire tutti i – piuttosto ridotti – fondi destinati alla realizzazione di grandi eventi in un unico momento. Ciò a maggior ragione se si tratta – piaccia o no – di un momento nel quale i turisti scelgono comunque Benevento – come pare abbiano abbondantemente dimostrato anche quest’anno, visti i numeri elevati (anche) in (anzi nonostante l’) assenza di concerti e feste – in ragione delle sue bellezze storiche, naturalistiche, monumentali, architettoniche, artistiche, archeologiche; e di un’occasione nella quale i beneventani – residenti o di ritorno nella terra d’origine – preferiscono volgere altrove lo sguardo, con preferenza per mete vicine o lontane, che si caratterizzano per un turismo rurale, balneare, montano o comunque per tradizioni fondate e consolidate sulla stagionalità, come del resto è testimoniato dal ricorrente riversarsi di fiumi di persone dal calore delle città capoluogo alla brezza e alle bellezze delle località della provincia, in occasione delle numerosissime sagre di ferragosto (che, se realizzate in città, farebbero – come hanno fatto – gridare taluno addirittura allo scandalo).

Facendo tesoro del messaggio della favola di Esopo, mentre le cicale cantano, accentuando la percezione del disagio della calura estiva, nelle ‘Feriae Augusti’, le formiche lavorano alacremente, con tutte le loro energie, per valorizzare le risorse e le potenzialità di una città, alla quale non giovano campagne denigratorie, soprattutto alla vigilia di appuntamenti importanti, come quello delle visite ispettive nelle aree investite dalla seconda candidatura di una porzione importante del nostro territorio all’ambito riconoscimento dell’iscrizione nella lista del patrimonio dell’Unesco. Ci si appella pertanto al senso di responsabilità da parte di tutti, soprattutto di quanti rivestono cariche istituzionali, per alimentare uno spirito di coesione e per favorire un serio investimento di energie e di talenti, al fine di fare tesoro, nel migliore dei modi, di occasioni che difficilmente si ripresenteranno e che costituiranno un appuntamento con la Storia vera, da non perdere e soprattutto da non dimenticare”, concludono gli assessori.