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Benevento – Alla conferenza stampa congiunta, andata in “onda” nella tarda mattinata odierna da Palazzo Mosti, ha preso parte anche il direttore generale del “San Pio”, Mario Nicola Ferrante. Collegato in video conferenza, il dirigente del nosocomio beneventano ha fatto il punto sulla situazione legata alla diffusione in città del coronavirus.

Una conferenza stampa che serviva perché in questi giorni c’erano state un po’ di polemiche. Stiamo ricevendo una serie di donazioni, segno di una grande sensibilità, un approccio enorme di solidarietà che commuove e che dimostra come le persone abbiano capito cosa significa la salute. Le strumentalizzazioni non giovano a nessuno, in questo momento non giovano a nessuno e dobbiamo essere uniti”.

Fatta una doverosa premessa, Ferrante ha iniziato a snocciolare quelli che sono i numeri di Benevento: “Abbiamo 69 casi di covid trattati in azienda, i casi accertati sono 16, uno è guarito e tornato a casa e uno è deceduto. Di questi 11 sono di Benevento, uno è di Napoli e 4 sono di Avellino. Per quanto riguarda il personale, invece, abbiamo 7 casi, due sono medici e cinque fanno parte del personale di comparto”.

Numeri contenuti ma l’ospedale si sta organizzando per un eventuale aumento. “Siamo stati i primi a montare la tenda del triage. Molti malati sono venuti in ospedale per altri dolori, se il covid si manifesta dopo non lo possiamo prevedere. Due persone sono venute per altre patologie, solo dopo è emerso il problema covid. Ci siamo attrezzati per la sanificazione e proprio per questo tutta la palazzina di Santa Teresa è stata dedicata ai casi di covid, lo abbiamo deciso per motivi di sicurezza e gestionali”, ha proseguito Ferrante, “oggi abbiamo in totale 35 posti dedicati al covid, nei prossimi giorni, con l’attrezzatura che ci è arrivata, arriveremo ad averne 46. Ci stiamo attrezzando al peggio, si potrebbe arrivare al massimo a 3mila contagi ma ci auguriamo che questo non accada. Ci siamo dotati di 14 respiratori, di un respiratore polmonare per adulti e di uno per neonati. Siamo inoltre attrezzati per l’eventuale spostamento dei pazienti e ci siamo dotati di un sistema di robotizzazione per la sanificazione”.

Il direttore generale dell’ospedale affronta, infine, l’argomento più caldo, quello legato ai tamponi effettuati sul personale. “Ne abbiamo fatti 126, nonostante il protocollo non li rendesse obbligatori. Ne rimangono 24 ma, dopo 15 giorni, se non si sono ammalati non servirebbero nemmeno più. Oggi arriva l’analizzatore per metterci in autonomia per analizzare i tamponi e li faremo anche a questi 24. Da giovedì dovremmo essere operativi, aspettiamo la Regione per l’autorizzazione. Abbiamo preso 3mila kit per essere più estensivi e lavorare in autonomia, senza chiedere permessi ad altri ospedali”.

L’intervento di Ferrante si conclude con un accorato appello: “Stiamo lavorando per il bene comune. Il covid è un mostro, restiamo uniti. Stiamo facendo sacrifici, vorremmo che lo capisse anche la gente. Non si fa la politica con la salute, la salute è una cosa seria”.

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