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Benevento – Un pensiero sul Benevento che verrà, un viaggio tra le sue passioni e un flashback riguardante la stagione interrotta a causa dell’emergenza coronavirus. Nicolas Viola si è raccontato su Instagram ai microfoni di gianlucadimarzio.com. Di seguito le sue dichiarazioni.

Maggio –  “Per me è un punto di riferimento. E’ il secondo anno che giochiamo insieme, è una persona umilissima. Non posso che ammirarlo come persona e come giocatore

Affetto – “All’inizio è stato un po’ difficile ambientarmi, ma poi ho capito il vero valore della gente e del pubblico di Benevento. Allo stadio è sempre una festa, sono molto legato a questa terra”. 

Bambini – “Per coinvolgere i bambini bisogna inventarsi di tutto, con l’aiuto di mia moglie stiamo facendo in modo che questa quarantena non diventi un peso per loro”. 

Serie A – “Un campione che non vedo l’ora di affrontare? Direi Ronaldo. Lui e Messi sono i calciatori fuori dal comune, mi piacerebbe incrociare Ronaldo il prossimo anno in serie A”.

Gol più bello – “Quello a cui sono più legato è il terzo gol segnato contro il Trapani. E’ stata la mia prima tripletta in serie B, non la dimenticherò mai”. 

Nazionale – “Penso sia il sogno di tutti, finché c’è la voglia di crescere a livello personale ci devono essere anche queste ambizioni”. 

Inzaghi – “Non so se è davvero così scaramantico come si racconta. E’ una persona con un’umiltà che invidio. E’ bello avere una persona del suo calibro avere l’umiltà di migliorarsi giorno dopo giorno. Siamo contento di quello che abbiamo fatto tutti insieme. Non ho mai giocato con lui per sfortuna, ma si vede che ha fatto un percorso esemplare da professionista”. 

Campo – “Vogliamo assolutamente tornare a giocare, ma è logico che in questo momento non si può parlare di calcio giocato. Il presente dice che ci sono tantissime cose che non vanno, poi in futuro potremo tornare a parlare di campo. Noi siamo assolutamente disposti a giocare anche in estate, non ci sarebbero problemi. L’importante è che si risolva questa situazione”. 

Reggina – “A quel tempo facevo un’ora e quarantacinque di pullman dal mio paese alla stazione di Reggio. Spesso era proprio Foggia, che all’epoca giocava, a darmi un passaggio dalla stazione al campo di allenamento. A Reggio sono cresciuto, il club mi ha formato come uomo e come professionista”.

Promessa a Vigorito – “Decisi di andare via da Novara perché si era creato qualche problema con Boscaglia. Mi ricordo che quando parlai con Vigorito gli dissi “presidente stia tranquillo che vi portò in serie A”. Poi le cose sono andate nel migliore dei modi, avevamo un gruppo fantastico. Sono davvero felice di aver realizzato quell’impresa. Fu un anno davvero duro, tutti ricordiamo la parte finale, ma avemmo un periodo buio. La svolta fu la partita con l’Avellino che vincemmo al Vigorito. Lì vidi cosa poteva diventare la squadra nella parte finale”. 

Benevento più forte – “Questo Benevento è diverso da quello che vinse quei play off. Questa squadra è stata costruita per vincere il campionato. Non lo abbiamo ancora fatto, ma manca poco. La serie A è un campionato diverso, di sicuro servirà qualcosa in più da parte di tutti. Per questo sto provando a migliorarmi a livello personale. Ho molta fiducia nei miei compagni, sono sicuro che chi rimarrà e chi arriverà farà benissimo”. 

Mercato – “In passato mi hanno cercato parecchie squadre, anche di A. Ho fatto la scelta di restare a Benevento e sono felice di aver fatto la scelta giusta. L’anno della retrocessione fu determinante il presidente, così come il direttore Foggia. Ma devo dire la verità, è difficile dire di no a Vigorito. E’ una persona di grande livello. il futuro? Ho ancora due anni di contratto con il Benevento, penso al presente e il mio presente è qui. Non vedo altro”. 

Tatuaggi – “Sul sopracciglio ho tatuata la data di nascita di mia figlia. Ma il tatuaggio più importante che ho è il Liuk, il gelato. Fino a 15 anni avevo un’allergia, non potevo mangiare nulla, nessun gelato se non proprio il Liuk. Ed è l’unico gelato che mangio ancora oggi”.

De Zerbi – “Quella stagione per me non iniziò nel migliore dei modi, ma finì in crescendo anche per merito suo. Ha un’idea di calcio tutta sua, diversa da quella che si vede in circolazione. Se ti adegui a lui di sicuro migliorerà il corso della tua carriera. Se riesci a capire quello che dice, per un ragazzo che vuole crescere è molto importante. Mi ha fatto capire dove potevo migliorare, se lo avessi conosciuto prima sarebbe stato addirittura diverso”.

Fratello – “Avevo una scommessa con mio fratello Alessio, gli davo 100 euro per ogni gol. Ho molta fiducia in lui, avrebbe potuto fare molto di più se non fosse stato per qualche problema fisico”. 

Emozione più bella – “L’anno che siamo andati in serie A ho provato la sensazione più forte. La vittoria dei play off è stata una manna dal cielo, ma sapevamo di essere sempre i più forti. La finale col Carpi è la gara che non dimenticherò mai, poi spero ce ne saranno altre ancora più belle”

Compagni più forti – “Scelgo Dybala e Miccoli. Dybala era un ragazzino, ma aveva già la stoffa del fuoriclasse. Per quanto riguarda Miccoli, aveva piedi incredibili. Metteva la palla dove voleva”. 

Miti – “Redondo mi faceva impazzire, aveva un’eleganza impressionante. Poi Guti, Riquelme, Rui Costa. Questi erano fortissimi”. 

Numero 10 – “Ce lo avevo alla Ternana. Ho usato spesso il numero 4 perché ho sempre giocato davanti alla difesa, ma il 10 è il 10. E’ un numero che fa davvero emozionare”. 

Milan – “A casa mia si tifava Milan a tutte le ore, siamo una famiglia di milanisti. Per questo sentire la voce di Mister Inzaghi la prima volta mi ha fatto un certo effetto”. 

Allenamenti – “Gli allenamenti che abbiamo fatto in questa annata non li ho mai fatti nella mia carriera, perché vedo una voglia e un’intensità differenti. Non c’è un solo segreto, dietro questo lavoro ci sono professionisti in tutti i rami della società. E quando c’è una certa organizzazione è difficile fallire”.

Pescara – “Da lì non ci siamo più fermati, siamo stati bravi a usare quella sconfitta per non ripetere più certi errori. Siamo stati bravi a concentrare tutti gli sbagli in quei 90 minuti”. 

Tabella di marcia – “Il mister ci disse che avremmo dovuto arrivare a gennaio a +12, noi all’inizio magari eravamo scettici, ma poi siamo stati bravissimi a non fermarci mai. Quando sei a +15 è difficile magari mantenere la concentrazione, ma invece noi non ci siamo mai accontentati”.  

Canzone preferita – “In base al momento scelgo. Il mio album preferito è The Darkside of the Moon dei Pink Floyd. Al momento l’ideale è ascoltare musica felice, anche per non abbattersi”. 

Futuro – “Non ci sto pensando più di tanto, ma non nascondo che mi piacerebbe fare l’allenatore. Ma è qualcosa a cui baderò tra 8-9 anni, non ora”. 

Messaggio ai tifosi – “Questo momento passerà per tutti, auguro a tutti di trovare il meglio nelle piccole cose della quotidianità”.