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Continua il processo nei confronti di un ‘finto’ medico di San Giorgio del Sannio (avvocato Carlo Taormina), da settembre 2022 agli arresti domiciliari per lesioni aggravate, truffa aggravata e omicidio preterintezionale, ipotizzato per la morte di una donna di 54 anni. La triste vicenda è legata alla morte di Angela Russo vittima di un raggiro operato dal falso medico Angelo Graziano, 34 anni. Il decesso della donna di Mirabella Eclano, secondo quanto stabilito dal medico legale, è stato causato da trasfusioni fatte per seguire una terapia priva di validità scientifica. Sette persone si sono costituite parti civili, tra cui una paziente, assistita dall’avvocato Stefano Pescatore, e gli eredi e i congiunti della vittima, rappresentati dall’avvocato Cinzia Capone.

Le indagini della polizia giudiziaria avevano preso il via alla fine del marzo 2021, dopo la denuncia dei fratelli della donna deceduta. L’attività investigativa aveva fatto emergere una serie di indizi nei confronti del sedicente medico che, secondo gli inquirenti, approfittando della vulnerabilità dei suoi numerosi pazienti, per lo più intimoriti da patologie immaginarie che lui stesso aveva diagnosticato. Infatti, lo pseudo medico non si sarebbe limitato a prescrivere medicinali e/o rimedi che sosteneva essere naturali, ma avrebbe anche praticato trattamenti pseudo-sanitari e pseudo-terapeutici. Per la Procura di Benevento tutto avveniva con un unico obiettivo: assicurarsi vantaggi economici.
Graziano ‘esercitava’ nel Sannio, ma attirava pazienti anche da altre aree geografiche. In particolare, proponeva un modello di cura specificatamente diretto, a suo dire, alla cura di malattie oncologiche, avvalendosi della collaborazione di un luminare tedesco esperto della ‘medicina naturale’. Non solo, poichè praticava trattamenti per endovena e autotrasfusioni ematiche, con metodiche artigianali e con miscele dannose per la salute, provocando, in un caso, la morte di Angela Russo, una donna di 54 anni che era in buone condizioni di salute e che non soffriva di alcuna patologia tale da rendere necessarie terapie invasive e, a maggior ragione, terapie non scientificamente validate.

Questa mattina in aula, dinanzi alla Corte di Assise del Tribunale di Benevento, sono stati ascoltati alcuni testi, che hanno risposto alle domande del pubblico ministero Maria Colucci, del presidente della Corte di Assise Daniela Fallarino, degli avvocati di parte civile, Cinzia Capone e Stefano Pescatore e del difensore dell’imputato, Carlo Taormina. Un teste ha dichiarato di aver preso delle compresse che gli erano state consegnate in una bustina di plastica da Graziano: “Prova queste e vedi come va“, aveva detto il medico al paziente. Quest’ultimo era stato anche sottoposto a delle analisi, fatte il 19 maggio 2020 allo studio del dottor Graziano, sviluppate poi da un centro Bios in Germania e pagate in contanti 690 euro ad Angelo Graziano. “Mi ha detto che aveva fatto lui il bonifico al centro in Germania, ma successivamente mi sono arrivate varie richieste di sollecito per non aver pagato le analisi“, ha dichiarato il teste. Altre analisi, eseguite in Italia, avevano riscontrato una buona condizione di salute del paziente, ma Angelo Graziano insisteva per una terapia che sosteneva essere ‘naturale’. Terapie che venivano sottoposte attraverso delle flebo a casa di Graziano a San Giorgio del Sannio. Un’altra paziente ha sostenuto di aver pagato questa stessa terapia, 2200 euro in contanti sempre a Graziano.

Al termine dell’udienza la Corte ha disposto l’acquisizione della documentazione richiesta dal Pm. Prossima udienza il prossimo 5 luglio quando saranno ascoltati altri testi.