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Benevento – Pasquale Foggia è il protagonista di una lunga intervista rilasciata ad HelbizLive. Il direttore sportivo del Benevento si è raccontato a Carolina Stramare, l’ex Miss Italia scelta dalla piattaforma che detiene i diritti del campionato di serie B.

Mercato – Vado orgoglioso soprattutto di due trattative, nate in maniera differente. La prima è quella di Caldirola, preso a gennaio l’anno della serie B, avevamo bisogno di un difensore mancino e mi ricordai di lui. Mi era sempre piaciuto, era fuori rosa in Germania al Werder Brema e fu un’operazione fatta in un attimo. Un’altra operazione importante è stata quella di Hetemaj, preso di notte e intorno al quale c’è un aneddoto che non sto qui a raccontare. A queste aggiungo quella per Viviani, un giocatore che secondo me avrà un futuro importantissimo, un duemila arrivato dopo il fallimento del Chievo. Ha margini di miglioramento incredibili, è un giovane con una testa da vecchia. Per me avrà un futuro importante in serie A.

Aneddoti – Ce ne sarebbero perché in questo mondo, globalizzato in tutto non solo nelle trattative, non c’è da confrontarsi solo con il singolo giocatore, ci sono il procuratore, la moglie, il consulente. Quello bello, come ho detto, è di Hetemaj. Lo presi alle tre di notte e durante la trattative si bloccò la chiamata a tre con il procuratore e lui ripeteva sempre la stessa cosa. Gli dissi “Fammi capire che problema hai” ma stavamo parlando da soli perché era la sua voce che si era bloccata e non riuscivamo a venire a capo della trattative.

Sogni – Nei miei sogni c’è un calciatore come Dybala perché abbina tutto, è il classico calciatore da strada che abbina estro e fantasia. Un po’ quello che negli ultimi anni si è perso. 

Napoli – Ho ricordi bellissimi a cui tuttora sono legato. Quel campo al Rione Traiano mi ha dato la possibilità di arrivare in serie A. Da 14 anni c’è una scuola calcio con il mio nome, è un quartiere popolare e molto difficile di Napoli, dove però ho avuto la possibilità di crescere prima e inseguire il mio sogno di calciatore. L’unico rimpianto che ho è quello di non aver mai giocato per il Napoli, la squadra del mio cuore. Ci sono andato vicino due volte, poi purtroppo non si è mai incastrata.

Scuola calcio – Era giusto ridare a quel quartiere quello che mi aveva dato, quindi la felicità, la serenità, la gioia di arrivare in serie A e in Nazionale. Riproporre in quel campetto di terra battuta una scuola calcio e dare la possibilità a tanti ragazzi di non prendere state sbagliate credo sia stato giusto.

Allenatori – Chi mi ha ispirato? Dico Giampaolo perché è stato il mio padre calcistico. E’ un allenatore, per chi non lo conosce, che può sembrare chiuso e diffidente, invece è una persona straordinaria che mi ha insegnato tantissimo. Da direttore credo che il rapporto con l’allenatore debba essere sincero e unito, bisogna condividere un percorso tecnico. Il direttore non deve prendere giocatori che piacciono a lui perché poi li allena il tecnico, non lui. 

Iachini – Con il mister abbiamo vinto un campionato in B con la Sampdoria da sesti, dopo una rincorsa clamorosa. E’ un allenatore che se lo sai prendere e lui capisce di avere un gruppo serio, diventa divertente e bello da lavorarci, cosa che non sembra da vedere in panchina.

Gasperini e Mazzarri – Mi accomunano a loro due salvezze quasi impossibili. A Crotone ho avuto Gasperini, andai a gennaio eravamo a undici punti dal Piacenza, dall’ultimo posto per la salvezza e ci salvammo. Gasperini ha confermato le sue qualità. Con Mazzarri abbiamo vissuto l’annata della Reggina, una salvezza storica partendo da meno quindici. Aneddoti ne avrei tantissimi, Mazzarri aveva capito un giochetto che facevamo prima dell’allenamento e lo faceva durare un’ora e mezzo. Aveva capito che quello era più importante dell’allenamento. Trasmetteva serenità e tranquillità, infatti abbiamo fatto qualcosa che resta nella storia della Reggina.

Rispoli – E’ un ragazzo eccezionale. Giocava terzino e io davanti a lui, gli dicevo sempre di darmi la palla con le mani perché una volta mi arrivava rasoterra, una volta in bocca, una volta sul petto. Mentre provavamo gli schemi gli dissi di darmela con le mani. E’ un ragazzo eccezionale.

Larrivey – Un ragazzo splendido, ha cultura del lavoro e delle qualità enormi. Ha fatto una carriera importante infatti. E’ stato bello rivederlo dopo tanti anni perché avevamo legato tantissimo.

Affetto – Posso dire Pandev, abbiamo giocato tanti anni alla Lazio. Giocare con lui è stato bellissimo, quando hai la fortuna di giocare con ragazzi di una qualità incredibile diventa tutto più semplice. Poi è un ragazzo d’oro.

Il nuovo Foggia – Spero possa esserci. Si parla dell’esclusione dai Mondiali e delle riforme, io credo si debba ritrovare il gusto e il piacere di rivedere anche la semplicità del calcio. Non fare troppi passi in avanti, a volte sarebbe bello ritornare indietro per capire che forse il calcio è bello perché era una cosa semplice che viene riportata oggi in maniera differente.

Consigli – Ai ragazzi posso dire di avere voglia di inseguire un sogno, quello di diventare calciatori. Mettere da parte tante cose inutili che fanno perdere di vista un obiettivo che è fatto di tanti sacrifici, tante mancanze. Oggi si pensa meno alla parte di campo e più ai social e altre cose.

Nazionale – Se si arriva a questo punto, il problema non è la partita che perdi ma tutto un movimento. Parlo di scuole calcio, di Coverciano, di settori giovanili, perché quella è la linfa che porteremo tra qualche anno a giocarci di nuovo il Mondiale. Secondo me ci sarebbero tante cose da cambiare. Faccio vedere sempre una foto dell’Under 21 mia di serie C, il mio capitano era Barzagli che ha vinto il Mondiale. C’era Amelia che ha vinto il Mondiale, c’eravamo io, Borriello, tanti di loro che hanno fatto la gavetta perché erano bravi. Oggi si pagano le società di C per far giocare i giovani, quando esci da quell’annata tanti si perdono e alcuni smettono di giocare. Facciamo un doppio danno, sia a livello tecnico che umano.

Futuro – Tonali, Chiesa, giocatori forti in Italia ce ne sono.