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Riunioni, assemblee, manifestazioni. E’ la questione acqua a ravvivare il dibattito politico nel Sannio. Di ieri la notizia della mobilitazione lanciata per sabato dai comitati e dalle associazioni che dopo il nuovo caso tetracloroetilene chiedono la chiusura dei pozzi di Pezzapiana a Benevento.

Sul versante istituzionale, invece, significativo il faccia a faccia tenutosi questa mattina a palazzo Mosti tra i sindaci di Fragneto Monforte e Fragneto l’Abate, Luigi Facchino e Armando Marrone, e il presidente del Consiglio del Distretto Idrico provinciale Pompilio Forgione.

A quest’ultimo, le due fasce tricolori della valle del Tammaro hanno annunciato la presentazione di una istanza volta a salvaguardare il Consorzio Acquedotto composto dai due Fragneto. A farla breve, Facchino e Marrone chiedono di continuare a gestire in forma autonoma il servizio idrico, restando fuori dalle decisioni assunte dall’Eic. E sarà proprio il Consiglio dell’Ente Idrico a valutare ammissibilità e merito dell’istanza.

La richiesta dei fragnetani, per quanto clamorosa, non deve sorprendere. Facchino e Marrone sono stati tra i primi amministratori a contestare le scelte dell’Eic e paventare la possibilità di percorrere le vie legali. Con loro due, ad animare il fronte del no c’erano e ci sono altri due sindaci, Giovanni Tommaso Manganiello di San Nazzaro e Lucio Ferella di Baselice.

E proprio quest’ultimo è il promotore di una ulteriore iniziativa. Sulla Pec dei Comuni è infatti arrivata nelle scorse ore una sua lettera aperta indirizza a tutti i sindaci sanniti per un confronto da tenersi venerdì 2 dicembre alle 16.30. “Svestendoci delle nostre personalissime appartenenze politiche, è doveroso nell’interesse dei cittadini fermarci e confrontarci sulle scelte da intraprendere. Analizzare la questione che interessa i comuni dell’Alto Calore, capire come comportarsi rispetto ai comuni che hanno una gestione consorziata per la fornitura del servizio idrico, e verso chi oggi gestisce il servizio in autonomia, prima di avviare una necessaria e attenta valutazione della strada da intraprendere, con spirito di condivisione e partecipazione” – l’appello con cui Ferella conclude la missiva, non prima di aver ribadito tutte le sue perplessità rispetto al percorso fin qui condotto dai vertici Eic.