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Solopaca (Bn) –  Il dolore non chiude il passo alla speranza. Nelle parole intense e forti pronunciate questo pomeriggio nella Chiesa Madre di Solopaca dal Vescovo di Cerreto e Sant’Agata de Goti mons. Domenico Battaglia per l’ultimo saluto a Filippo Leone, c’è un alto messaggio a tutta la collettività’ per non perdere la potenza della fede e della parola di Cristo e la sua invocazione a non cedere alla disperazione e al male. A comportarsi da uomini credenti nel perdono e nella redenzione.

Filippo Leone, nato a Paupisi, residente a San Salvatore Telesino, ha perso la vita lunedì scorso sulla Telesina mentre tornava a casa con la figlia di 8 anni dopo una festa di Carnevale, tra le uscite di Faicchio e Gioia Sannitica. Le cause della tragedia sono ancora da chiarire da parte degli inquirenti anche per il numero dei veicoli coinvolti nello scontro. In particolare si cerca di stabilire, per quanto riguarda la dinamica, la concausa di un ipotizzato sorpasso da parte di uno di questi veicoli. Ma ciò che ha scosso profondamente la pubblica opinione è stato anche il fatto che nell’impatto fatale per Filippo, si sono registrate anche gravi conseguenze per la piccola Christel, tutt’ora ricoverata con prognosi riservata nell’Ospedale pediatrico Santobono di Napoli, per un trauma cranico. La vita della piccola è appesa ad un filo per la presenza di un vasto ematoma all’interno della scatola cranica. Mons. Battaglia, nel pronunciare la sua Omelia, ha esortato tutti i fedeli, i parenti, gli amici a non mollare, a tenere salda la speranza è a restare uniti per pregare per la salvezza della bimba. 
 
La salma di Filippo era arrivata in Solopaca nella giornata di ieri ed era stata accolta nella casa della nonna. Nel primo pomeriggio di oggi il corteo funebre si è mosso verso la Chiesa Madre.  Il Vescovo Battaglia durante l’Omelia ha detto: “Non conoscevo Filippo, ma è un ragazzo della mia terra, della mia chiesa. Volevo essere qui questo pomeriggio perché volevo pregare per lui”Siamo qui per pregare. Questa vicenda ci addolora e ci fa male e non soltanto perché Filippo era un ragazzo, ma anche perché la sua piccola Christel sta lottando per la vita in Ospedale”.
Poi ha aggiunto: “Filippo, eri semplicemente un ragazzo. La tua vita meritava rispetto. Ora quella vita la vivrai a piene mani nelle braccia di Dio, ma prega per la tua famiglia, per tua moglie e per Christel”.
 
Alla famiglia così duramente provata dell’accaduto e sopratutto alla moglie di Filippo, Lucia, Mons. Battaglia ha dedicato una ampia parte del suo intervento. Il Vescovo ha detto: “Il dolore in questo momento non deve prendere il sopravvento nel nostro cuore.” Agli amici e ai conoscenti, mons. Battaglia ha voluto dedicare un caro ammonimento: “Noi possiamo essere accanto a Lucia, alla mamma, al papà, ma non possiamo entrare nei loro cuori. Non possiamo capire e lenire il dolore di Lucia. Non riusciamo a sminuirlo. Questo è un momento di profonda tristezza, ma la nostra fede ci consente di pregare. Il signore non deve lasciarci soli: dal dolore non si scappa. Oggi essere qui è  un atto d’amore per Filippo. Restiamo qui e preghiamo”.
 
Ai  ragazzi presenti questo pomeriggio in Chiesa ha sottolineato: ” O date spazio alla rabbia e al rancore o provate nonostante il dolore fortissimo a seminare semi di speranza. La vita merita di essere vissuta. Altrimenti Filippo sarà morto inutilmente. Nulla è più grande di una vita. Non sprecatela. Ritroviamo il senso Dio nella nostra vita”. Mons. Battaglia al termine dell’omelia ha sottolineato: “Ricordate che Dio in questo momento è all’Ospedale a Napoli per la piccola Christel. Ora c’e bisogno di coraggio”.