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Milano – Prime parole cariche di entusiasmo per Rino Gattuso nella sua conferenza stampa di presentazione come uovo allenatore del Milan. “Ringhio” ha ammesso la grandissima responsabilità  ha parlato della sfida del Vigorito come una “finale di coppa del Mondo”, la stessa che proprio Gattuso vinse a Berlino nell’indimenticabile estate 2006: “Ho a disposizione una squadra con 16 nazionali la cui età media è di 21 anni e che può fare di più. Va detto che non ho allenato gli esordienti ma anche all’estero. Lavoreremo sulla difesa a tre, voglio più verticalizzazioni e arrivare più spesso al tiro”.

Primavera – “Ringrazio i ragazzi della Primavera anche se non sono riuscito a completare il percorso con loro. Ho sempre saputo costruire gruppi e anche in quel caso è nata una squadra che sapeva soffrire e lottare sempre, ero entrato nella loro testa”, 

Verso il Benevento – “Ora non dobbiamo guardare la classifica ma pensare gara per gara. A Benevento sarà come una finale di Coppa del Mondo, dobbiamo cambiare il nostro percorso sia in casa che fuori, ma a San Siro la palla pesa e dobbiamo eliminare questo problema. Non voglio solo parlare di grinta e cuore, Gattuso è anche altro. Non mi hanno regalato il patentino a Coverciano, ho studiato, ho viaggiato. Le gare non si preparano solo con grinta e cuore”. 

Sui singoli – “Kessiè mi somiglia molto, ed è più forte di me. E’ esplosivo e ha gol nelle gambe. Voglio avere più di un Gattuso. Ho parlato con il mio presidente (Berlusconi), uno dei più vincenti. Abbiamo parlato dei due attaccanti, del dna del Milan. E’ un grande conoscitore di calcio. L’ho ascoltato con attenzione, non ho fatto finta. C’è grande rispetto per l’uomo. Non ho ancora parlato con il presidente YongHong Li, lui non parla inglese e nemmeno in calabrese , ci mancava un interprete, ma nei prossimi giorni troveremo il modo di farlo”.

Passato – “Sono cambiato rispetto al passato? Sì, perché ho preso tante legnate e messo in difficoltà tante persone del mio staff che hanno famiglie. All’Ofi Creta dopo 5-6 mesi non arrivavano gli stipendi così come a Pisa. Voglio ringraziare queste persone che ora non sono con me. Ma sono state importanti. C’è prevenzione nei miei confronti ma non mi dà fastidio. Ci sono abituato”.

Dichiarazioni tratte da Gazzetta.it