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Con un comunicato apparso qualche minuto fa sulla propria pagina facebook, la clinica Gepos di Telese Terme ha sottolineato che quel test rapido, fatto in autonomia, non ha alcuna certezza senza la conferma del tampone da parte dell’Asl.

Nel comunicato della Gepos si esordisce dicendo: “In merito alla notizia, data senza alcuna certezza in merito, circa la positività di un test tra quelli somministrati al personale della clinica...”.

Bene, noi siamo abituati a riportare solo notizie delle quali abbiamo assoluta contezza e certezza. A riguardo la certezza ci viene da un’ordinanza, precisamente l’ordinanza n.52 del 08/04/2020, emessa dal comune di Cusano Mutri nella quale si dispone la quarantena per una persona a seguito dell’esito positivo di un test seriologico eseguito presso la Gepos di Telese Terme. Gli albi dei comuni sono pubblici e noi, spesso, andiamo a spulciarli.

A margine dell’articolo alleghiamo l’ordinanza o vi offriamo la possibilità di scaricarla in formato pdf (Scarica l’ordinanza ).

Dunque la certezza c’è, eccome.

Inoltre nel comunicato della Gepos si dice anche: “si precisa che la positività seppure dovesse essere confermata nulla ha a che vedere con l’arrivo dei pazienti Covid di lunedì sei aprile. La positività alle IGM del test seriologico indica una infezione pregressa di almeno 5-7 giorni, quindi un evento precedente all’arrivo dei pazienti“. 

Di fatto è la stessa Gepos a confermare la nostra notizia. E nell’articolo da noi pubblicato si dice esplicitamente che: “Per come sono strutturati i test seriologici, che attestano la presenza di anticorpi IGG (che si sviluppano mediamente 14 giorni dopo aver contratto l’infezione) e di anticorpi IGM (che si sviluppano a partire dal settimo giorno dal quale si è contratto il virus)  la persona in questione, qualora la sua positività dovesse essere confermata anche dal tampone naso – faringeo, si sarebbe ammalata almeno una settimana fa”. Quindi, tra le tante cose, nessuna volontà di mettere in connessione tale fatto con l’arrivo dei pazienti affetti da Covid-19.

Sulla necessità di una “comunicazione deontologicamente corretta” siamo assolutamente d’accordo. Ed è esattamente l’invito che rivolgiamo alla clinica Gepos.