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Benevento – “Avevo intenzione di fare una cosa diversa dal solito. Ho proposto a Saviano di non far il solito film su Napoli, ma qualcosa che analizzasse a fondo cosa succede davvero ai ragazzi di 15 anni quando decidono di fare una scelta orientata al crimine”. Così Claudio Giovannesi, premiato come miglior regista nello scenario dell’Hortus Conclusus, ha motivato l’approccio narrativo utilizzato in “La Paranza dei bambini”, uno dei film più visti nei primi mesi del 2019, esportato in 30 paesi. 

Il film si ispira al libro dello scrittore di Gomorra e la sua produzione ha spinto Giovannese a trasferirsi a Napoli per comprendere meglio il fenomeno delle baby gang: “Mi sono detto che dovevo studiare questi ragazzi, dunque ho preso casa a Montesanto. Ciò che li caratterizza è il vestire abiti firmati, andare in discoteca prenotando un priveé, ma il problema è come lo fanno. Quali mezzi utilizzano per raggiungere i loro scopi. Una volta entrati nel gioco non ne escono più, ed è lì che capiscono che non si tratta di un gioco ma della vita reale”. 

Prima di lasciar spazio alla proiezione del film, Giovannesi – regista romano classe ’78, ha rivelato che in futuro sarà inevitabile cambiare genere: “Di sicuro dovrò variare, questo film è stato venduto in circa 30 paesi e lo sto accompagnando in giro, ma prima o poi questo finirà e dovrò concentrarmi su altro. La commedia? E’ qualcosa di altissimo livello, perché quando penso alla commedia penso a Monicelli. Non tutti sono capaci di farne una, ma mai dire mai”.