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Benevento – La prima serata di Benevento Città Spettacolo si tinge di giallorosso e lo fa nel segno delle emozioni, del ricordo e della passione. Serata dedicata al ricordo di Carmelo Imbriani, indimenticabile ‘7’, capitano e anche allenatore del ‘suo’ Benevento. 

“La storia di una promessa”, questo il titolo del libro presentato sul palco di Piazza Federico Torre, alla presenza di Gianpaolo, fratello di Carmelo, colui il quale ha deciso di portare in giro per il mondo il nome del fratello attraverso l’immagine che più lo ha rappresentato nel corso della sua carriera: esultante con le braccia al cielo.

Una promozione che sta percorrendo l’intera nazione e che, solo a Benevento, ha vissuto tre appuntamenti. Ma prima del racconto di Gianpaolo, spazio alla poesia di Grazia Luongo, ‘Duj frat’, dedicata proprio ai due fratelli.

Un progetto, un viaggio, un lungo cammino fatto di tante tappe, ognuna con le sue emozioni, ognuna con la sua storia da portare con se’. Con l’obiettivo di scolpire il nome di Carmelo in ogni luogo e l’intenzione di costruire cinque campi di calcio in tutti i continenti. Due esistono già: l’Antistadio a Benevento e in Tanzania. Il terzo dovrebbe toccare il Sudamerica, in Argentina.

Mi piace credere di camminare insieme, abbracciati. E con lui ho percorso per nove volte, in autostop, il giro del mondo. Con la pandemia non ho potuto più viaggiare ma ho pensato a una proiezione che potesse far capire cosa ho fatto”.

L’emozione di Gianpaolo e’ grande, diventa difficile raccontare il calciatore e l’uomo. Preferisce far parlare le immagini. Immagini di campo, di vita vissuta, con la maglia del Napoli, fino “all’ultima corsa” allo stadio Vigorito per il saluto dei suoi tifosi, sotto la Curva Sud.

Dopo il discorso in Campidoglio, non avevo voglia di tornare a casa e ho preso lo zaino che mi aveva regalato lui. E sono salito in macchina facendomi lasciare a Trieste. Stavo perdendo il treno e ho allungato il braccio, ho pensato che Carmelo mi stesse toccando. Era vento. Ma quel gesto mi ha aperto un mondo, quella macchina si era fermata. Montenegro, Bosnia, Serbia e qui mi sono trovato disperato, volevo tornare a casa, non ne potevo più. Sono arrivato a Durazzo e poi in Italia ma non volevo tornare a casa. Era arrivato il momento di fare il Cammino di Santiago”.

Lungo quella strada Gianpaolo ha iniziato a pensare ai momenti belli e felici vissuti con Carmelo.

Durante il viaggio gli chiedevo di dimagrire, altrimenti non ce l’avremmo fatta. Ed e’ stato un cammino che mi ha dato nuova convinzione. L’impatto a casa, pero’, non e’ stato assolutamente facile. L’entusiasmo e’ svanito subito e si e’ trasformato in depressione. Ma non volevo che mia madre perdesse un altro figlio. Ecco che sono uscito da quella stanza, ho reagito”.

E da qui che e’ cominciato un percorso diverso, un racconto di un calciatore mitico anche senza trofei. Un racconto di tante peripezie (anche aggressioni e furti), tanti aneddoti e soprattutto tante volte nelle quali Carmelo ha dato segno e testimonianza della sua presenza. Carmelo Imbriani e’ un pensiero che ogni sportivo conserva, che ogni beneventano porta con se’. Il racconto di Gianpaolo ha solo fatto si’ che questo pensiero rimanga vivo nella mente di tutti, come le sue classiche sgroppate sulla fascia.