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Quasi un secolo fa la penna di Italo Svevo dava vita a un personaggio straordinario che rispondeva al nome di Zeno Cosini. Voleva liberarsi dal vizio del fumo, Zeno, e ogni qualvolta si decideva a compiere il grande passo era solito annotare il giorno della sua ultima sigaretta. Lo scriveva su un diario, su un foglio, su un muro. Ovunque capitasse. Poi riprendeva a fumare.

Pietra miliare della letteratura italiana, il romanzo psicologico di Svevo è stato per anni oggetto di studi e ricerche. Perché tutti noi, prima o poi, ci troviamo di fronte a un’ultima sigaretta: consapevoli dell’importanza di un problema, ci decidiamo continuamente a risolverlo senza però andare oltre i buoni propositi.

L’ultima sigaretta del Comune di Benevento è l’affidamento in concessione dello Stadio Vigorito.

E la data da cui ripartire, in questo caso, è il 12 aprile 2019. Sei mesi fa la svolta sembrava imminente. La giunta Mastella, infatti, “preso atto delle trattative avviate con il Benevento Calcio, con ampia e reciproca soddisfazione, per la definizione complessiva del rapporto convenzionale”, approvava la linea di indirizzo volta all’affidamento in concessione per 15 anni dell’impianto.

In delibera, l’amministrazione (giustamente) qualificava la risoluzione della problematica quale “obiettivo strategico dell’Ente” e attesa “l’urgenza”, assegnava al Dirigente dell’Ufficio Sport un termine “non superiore a 15 giorni” per la predisposizione dello schema di concessione, “decorrenti dalla consegna della perizia di determinazione del canone concessorio da parte del Settore Opere Pubbliche”.

Insomma, per l’ulteriore scatto in avanti si attendeva il deposito della perizia di determinazione del nuovo canone da parte dell’ingegnere esterno incaricato dagli uffici di palazzo Mosti nel mese di febbraio.

Compito portato a termine già a maggio: per il tecnico chiamato in causa dal Comune, il canone annuo è pari a 110.300 (centodiecimilatrecento) euro l’anno (il calcolo comprende il Vigorito e anche l’Antistadio Carmelo Imbriani), una cifra oltre cinque volte superiore a quella (20mila) fissata nella convenzione stipulata nel 2007 dall’allora amministrazione Pepe, e ancora oggi in vigore in virtù delle proroghe intervenute.

Dunque, nessun ritardo nella consegna della tanto attesa perizia. Ciò significa che l’origine dell’impasse va ricercata altrove. Tra le stanze degli uffici tecnici del Comune? No. Il 12 giugno, entro i quindici giorni indicati dalla delibera di aprile, il settore Sport aveva completato la scrittura dello schema di procedura ad evidenza pubblica e della bozza di contratto per l’affidamento in concessione dei due impianti.

Cosa è successo da allora? Nulla: le carte sono ancora nel cassetto.

A sostenerlo, mettendo tutto nero su bianco, è il dirigente del settore Sport di palazzo Mosti Alessandro Verdicchio che ha completato nella giornata di ieri la relazione sullo stato di gestione degli impianti sportivi.

L’atto è stato consegnato oggi ai componenti della competente commissione consiliare.

Ebbene, Verdicchio sottolinea di aver informato il 6 agosto sindaco, segretario generale e consigliere delegato allo Sport, di aver completato quanto di sua competenza, ovvero la preparazione dello schema di contratto per l’affidamento in concessione dell’impianto.

Della stessa, però, evidenzia il dirigente, “non si ha più notizia”.

Un silenzio che pesa. E che rischia di pesare anche sulle casse pubbliche: “Il ritardo – ricorda Verdicchio – sta comportando il mancato adeguamento del canone”.

Ecco perché il dirigente chiarisce sin da subito che “non procederà ad alcuna ulteriore proroga o prolungamento dell’affidamento in gestione al Benevento Calcio, scaduto il termine previsto nell’Accordo di Dettaglio”.

Contestualmente, Verdicchio declina ogni responsabilità amministrativa e contabile in presenza di inerzia dell’Ente “non a me imputabile avendo posto in essere tutti e di più gli adempimenti di competenza”.

Il segretario generale, se lo ritiene opportuno, – la conclusione – procederà ad interessare della questione il Presidente del Consiglio Comunale“.

Parole che spostano l’attenzione sui ritardi della politica.

Legittimo, a questo punto, l’interrogativo: perché è tutto fermo?

L’unica spiegazione che possiamo darci è che si sta rivelando più complicato del previsto definire una volta e per tutte, e “con ampia e reciproca soddisfazione”, i rapporti pregressi tra il Comune e la società del Benevento Calcio.

E se anche il legame tra le due parti, dopo le incomprensioni del passato, oggi tende al sereno, come testimoniato dalla risoluzione dell’antipatica vicenda utenze, mettere un punto fermo tra i crediti vantati da ciascuno non è affatto semplice.

La condizione di dissesto dichiarata nel gennaio del 2017, poi, non agevola affatto le trattative. Anzi, le complica e neanche poco, visto che la data del default di palazzo Mosti segna uno spartiacque e la gestione di tutto ciò che è pre-fallimento è di competenza dell’Osl, organismo straordinario di liquidazione tenuto a incassare e a pagare crediti e debiti documentati e maturati fino alla sua entrata in scena. Una condizione, questa, che limita gli spazi di trattativa.

L’interlocuzione, ovviamente, prosegue. Senza soste. Anche perché covano preoccupazione e malumore all’interno della stessa maggioranza di governo. Non sarà sfuggito, ad esempio, che nell’annunciare la nascita del nuovo gruppo “Patto Civico”, i consiglieri Vincenzo Sguera, Luca Paglia e Luigi Scarinzi abbiano posto in cima alle priorità da affrontare proprio la risoluzione delle problematiche inerenti lo Stadio Vigorito.

Premura comprensibile: il tempo passa e una iniziativa il Comune dovrà pure prenderla. Con la relazione Verdicchio, d’altronde, il cerino è tutto nelle sue mani. E scotta.