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“La mafia non è un anti-stato ma è piuttosto qualcosa che agisce all’interno dello Stato”. Questa la riflessione di Giovanni Impastato, stimolata dal rettore dell’Unisannio Gerardo Canfora al termine del secondo appuntamento del Festival Filosofico del Sannio che si è tenuto nel pomeriggio di oggi al Teatro San Marco di Benevento. “Il dualismo sussiste, ma – ha aggiunto – se si tiene conto del fatto che, accanto ai servitori dello stato trucidati perché hanno tentato con forza di bloccare il processo criminale, sussistono settori deviati dei servizi segreti, il confine rischia di apparire meno marcato”. 

Impastato è fratello minore di Peppino, e da oltre quarant’anni ne tiene viva la memoria propugnandone gli ideali attraverso scritti, conferenze e testimonianze. Illustrandoci alcuni particolari della loro infanzia, Giovanni ha svelato di non essere sempre stato in pieno accordo con il fratello maggiore, ed anzi di aver avuto con lui una fase conflittuale durante l’adolescenza, quando non ne comprendeva l’atteggiamento estremo e non privo di rischi nei confronti delle dinamiche familiari (ricordiamo infatti che la famiglia Impastato era interna ad un clan mafioso di Cinisi). “Io condividevo in pieno le sue idee politiche, era un piacere stare con lui e ascoltarlo, ma – ha spiegato – avevo paura. Nonostante ciò non l’ho mai lasciato solo; ma era difficile stargli dietro. Col tempo poi ho compreso le ragioni del suo operato: ha avuto un coraggio incredibile”.

In seguito Impastato, dopo aver parlato della sua ultima opera “Mio fratello, tutta un’altra vita con Peppino”, si è soffermato sulla nota pellicola “I cento passi” che ha permesso al mondo di conoscere la figura di Peppino quale eroe moderno che si è battuto e ha pagato con la sua stessa vita la contrapposizione ad un sistema criminale ritenuto immarcescibile. “È indubbio che il film sia arrivato ad un pubblico numerosissimo, come mai avremmo potuto raggiungere direttamente con il nostro impegno tra la gente. Va detto però che esso ha dato, per forza di cose, una visione parziale di mio fratello, tenendo fuori dalla vicenda il suo lato più umano, e probabilmente mitizzandolo oltre misura”.

L’incontro è stato aperto dalla presidente dell’associazione Stregati da Sophia, Carmela D’Aronzo, che ha poi introdotto l’intervento di Simmaco Perillo, presidente del Consorzio NCO, Nuova Cooperazione Organizzata, che si occupa principalmente di far nascere nuove attività di volontariato solidale attraverso l’utilizzo di terreni confiscati alla camorra.

Perillo ha sollecitato gli studenti ad un maggiore impegno nella lotta anche ai piccoli soprusi della loro realtà quotidiana, invitandoli a non voltare lo sguardo dal lato opposto e ad impegnarsi a cambiare la propria realtà attraverso forme di cittadinanza attiva.