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Benevento- Non è stata solo una manifestazione di natura sindacale. La protesta degli infermieri, scesi nuovamente in piazza stamattina davanti al Palazzo del Governo di Benevento per reclamare migliori condizioni di lavoro e adeguamenti salariali, si è tramutata in una struggente cerimonia in ricordo dei tanti colleghi della sanità pubblica e privata caduti sul fronte della guerra al Covid-19.

A simboleggiare l’omaggio alle vittime erano decine e decine di palloncini rossi che ciascuno dei manifestanti aveva tra le proprie mani legati ad una cordicella. Le vittime professionali tra medici ed infermieri dovute alla carenza delle strutture sanitarie nonché delle protezioni individuali per i tanti operatori sanitari, oltre che per la violenza stessa di questo attacco virale fino a pochi mesi or sono sconosciuto anche agli scienziati, hanno ricevuto un minuto di silenzio dai manifestanti in piazza Castello; quindi, i palloncini sono stati liberati e sono volati in cielo per raggiungere i colleghi caduti e consegnare loro un ideale affettuoso messaggio di solidarietà.

Gli infermieri avevano già manifestato nei giorni scorsi in tutta Italia ed oggi hanno voluto ribadire che il Covid-19, oltre a tante vittime innocenti, ha colpito duramente una categoria professionale anche e soprattutto sotto il profilo psicologico ed umano. Gli operatori, infatti, sono stati dapprima quasi santificati nei mesi di marzo ed aprile, mentre per anni avevano dovuto subire le politiche dei tagli di spesa alla sanità e la precarizzazione dei loro rapporti di lavoro, accompagnati da stipendi quasi sempre indecorosi per la loro professionalità.

Dopo la beatificazione, accompagnata da promesse di provenienza governativa circa mirabolanti misure concrete di riconoscimento del loro sacrificio, gli infermieri e i medici sono stati nuovamente abbandonati a se stessi. D’altra parte anche i cittadini pensano ormai agli infermieri come possibili diffusori dei virus e molti sono i segnali di intolleranza contro questa categoria quando smette di indossare gli abiti professionali e ritorna a casa per riposare. 

Lo ha detto ad esempio Carmelina Stabile, che coordina le Infermiere della Terapia Intensiva della Neonatologia del “San Pio”.“Non siamo gli eroi dimenticati, bensì professionisti della cura, dell’assistenza. C’è stato un percorso di crescita professionale, ma questo fatto non è stato poi riconosciuto. Nella sanità sono presenti altre lobby e che il Covid ha  fatto esplodere. Siamo stati definiti angeli, eroi,  ma il giorno dopo, tutti siamo tornati nella non considerazione. Ora ci siamo svegliati. Non abbiamo bandiere sindacali  e politiche, siamo stanchi della non considerazione. Rivendichiamo il riconoscimento della professione. Nella sanità il reparto infermieristico è il perno eppure qui in Italia non è cosi”.

La coordinatrice ha parlato anche dell’esperienza vissuta all’Ospedale San Pio: “Siamo stati fortunati rispetto ad altre realtà. La pandemia ci  ha visto abbastanza pronti. Non dico sia stato tutto perfetto, perchè ha colto di sorpresa noi tutti ma  abbiamo messo in campo la professionalità per poter arginare il contagio”.