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Benevento – Il Sannio nuovo set per le grandi produzioni cinematografiche che approdano in Campania. E’ la proposta lanciata dalla seconda giornata del forum “Comunità e Territori Intelligenti: Agricoltura 4.0/Cultura & Turismo 4.0”, organizzato a Benevento dall’ente camerale sannita, con la propria azienda speciale Valisannio, con Futuridea, in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Benevento e l’Associazione Regionale Giornalisti Agricoli e Ambientali “Franco Landolfo”. 

“Lanciamo una proposta da qui, oggi – dice la giornalista Daniela Riccardi -. Sono 5 anni che inseguo un progetto, adesso c’è una legge in Campania che dovrebbe facilitare le cose. Il Sannio deve diventare territorio in grado di attrarre produzioni cinematografiche”. Riccardi, che è anche sceneggiatrice e collabora con il regista Mimmo Calopresti, insieme a Futuridea porterà avanti un progetto che prevederà: un press tour, una settimana nel Sannio per i produttori, un pacchetto di video-tour da proporre ai festival più importanti. Prima tappa: Maurizio Gemma, direttore di Film Commission regionale. “Perché poi Napoli attrae tutto – insiste la giornalista -. Anche se la Titanus nel 1953 ha girato Maddalena a Cerreto Sannita e l’anno dopo era a Cannes, in concorso. Hanno girato nel ’54 La bella mugnaia con Loren e Mastroianni, ancora nel Sannio. Cosa è successo dopo?”.

Cinema, turismo, cultura. Il Sannio come Matera? “Perché no? Purché ci sia un progetto e ci sia fiducia nel progetto”, risponde Serafino Paternoster, coordinatore dell’ufficio stampa di Matera 2019 Capitale europea della Cultura. “Pensate 10 anni fa cosa significava dire ai cittadini materani: partecipiamo a una cosa il cui risultato lo sapremo tra 10 anni e non sapremo nemmeno se vinceremo”. E’ la fiducia la chiave di tutto, spiega Paternoster. “E’ con la fiducia che Matera 2019 ha raggiunto il suo obiettivo. C’è da dire che istituzioni e cittadini hanno guardato insieme a un unico obiettivo. E se non si recupera speranza e fiducia tra questi due momenti, è difficile raggiungere qualsiasi traguardo. Infatti quando, durante il nostro decennale viaggio, questo rapporto è venuto a mancare il lavoro si è molto rallentato”.

Cultura e Turismo 4.0? Materia è l’esempio migliore. Lo dicono i numeri, a meno di 2 mesi dalla fine del programma culturale: 312mila persone, 940 eventi, 325 location di tutta la Basilicata, 80% delle produzioni sono originali e l’obiettivo sarà di portarle in giro per l’Europa grazie al passaporto temporaneo; 193 artisti, venduti circa 80mila passaporti, 1800 volontari, 2miliardi di contatti sulle iniziative. “Tra tutte le capitali europee della cultura siamo la città ad avere avuto il maggiore incremento di presenze turistiche”.

Ma 4.0 vuol dire anche digitalizzazione. “Il 70% dell’impresa creativa fa uso di tecnologie digitali – dice Roberto Pierantoni, segretario generale della CCIAA di Benevento e direttore di Valisannio -. La cultura si fa impresa e l’impresa fa cultura e l’Italia che è la prima impresa al mondo nel settore della cultura deve esportare esperienze e competenze. Noi, come camere di commercio, assicuriamo alle imprese il necessario supporto anche in tema di digitalizzazione, le accompagniamo in questo percorso”.

“Un percorso necessario”, gli fa eco Caterina Meglio, AD di Materias: “Bisogna parlare la lingua del futuro e quindi pensare in grande, partire in piccolo e crescere rapidamente. E’ il nostro motto, quello che da sempre ripete il nostro fondatore Nicolais”. La lingua del futuro, anche per parlare di cultura e turismo. 

“Invece siamo affetti da presentismo”, afferma Ledo Prado. E spiega: “E’ come se avessimo rinunciato a volgere il nostro sguardo verso il futuro. Conta solo il presente e dal presente siamo condizionati tutti, dalla classe dirigente all’ultimo dei cittadini”.

Prado si racconta e racconta le sue esperienze. Tante, in Italia e all’estero. Che gli consentono di stimolare riflessioni utili sul percorso che un territorio deve compiere affinché possa generare economia. “Il patrimonio di per sé non genera economia e valore – spiega -, ciò accade se si mette in relazione il patrimonio con qualcos’altro”. Parla dell’esperienza del Museo Archeologico di Napoli, del primo videogame realizzato sul Mann, dell’insieme di attività che hanno messo in relazione il museo con la città.

Rosanna Purchia, sovrintendente del Teatro San Carlo di Napoli lo dice chiaramente: “Qui avete dei beni straordinari. Ma tutto deve essere messo maggiormente a sistema. Ai giovani dico: il mondo della comunicazione è fondamentale ma è altrettanto fondamentale non limitarsi all’annuncio. Spesso vedo che dopo i grandi annunci non succede nulla”. Purchia punta il dito contro slogan e terminologie spesso abusate: “Sinergia, rete, giovani, rilancio, fare sistema. Basta parlare, facciamolo. Solo così possiamo rendere il nostro mondo, il mondo della cultura e del turismo, un’economia sostenibile”.

Che è poi quanto sostiene Ferdinando Creta, direttore dell’Area Archeologica del Teatro Romano di Benevento: “Sono decenni che diciamo queste cose sul turismo. Da 10 anni a questa parte c’è il buio. Le colpe? Il Pubblico ma anche il privato. Addirittura in alcuni casi il Pubblico si è mosso ma è venuto a mancare proprio l’impresa culturale, i privati. Manca ancora la cultura di impresa culturale o di sentire di essere impresa culturale”.

La seconda giornata, che ha visto ancora la presenza degli studenti dell’Istituto Palmieri-Rampone-Polo e del Liceo Guacci di Benevento, si è conclusa con le presentazioni di alcune significative esperienze 4.0 su turismo e cultura, realizzate da giovanissime aziende non solo sannite, eccellenze nel campo dell’innovazione e della digitalizzazione.

Hanno parlato della loro attività:

Andrea Paoletti, Progetto Wonder Grottole;

Luigi Salierno, SCOOP Società di Progettazione;

Marco Giammetti, Hypothermic Games Studio;

Davide Maria Calandra, Digital Melting Culture; 

Davide De Pasquale, Intelligentia;

Alina Gnerre e Livio Ascione, The Thinking Clouds;

Riccardo D’Uva, Arguzia srl