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Benevento – Cosimo Pagliuca, segretario provinciale Uil Trasporti, è intervenuto nuovamente sulla vicenda riguardante le visite mediche a cui si sono sottoposti gli ex dipendenti dei Consorzi Bn1, Bn2 e Bn3. Di seguito il suo pensiero in merito: 

“Ritengo necessario intervenire, il motivo è semplice: questo sindacato ha avuto nella vicenda un ruolo chiaro e pubblico, assumendosi delle precise responsabilità nei confronti dei lavoratori e della pubblica opinione. Per questo sento l’obbligo morale di manifestare non solo il mio malessere, ma anche considerazioni e valutazioni su una vicenda che, fino ad un certo punto, era stata lineare e da tutti comprensibile, per poi improvvisamente diventare incredibilmente contorta. Tanto da frastornare e disorientare prima di tutti i lavoratori, e la stessa pubblica opinione. Sono stato pronto a rispondere all’appello lanciato da Piero Mancini e Antonio De Ianni, che hanno dato vita al Comitato per la difesa dei diritti. Ben 48 lavoratori hanno espresso liberamente, sottoscrivendo l’appello pubblico, la volontà di poter svolgere le visite in città. Ho appoggiato il percorso per ottenere un positivo esito per questa pubblica istanza. Ho svolto un normale ruolo e compito sindacale, portando le 48 adesioni in prefettura. Chiedendo alla dott.ssa Maria De Feo, capo Gabinetto, che ringrazio per la sensibilità dimostrata, di svolgere una mediazione con il CUB Na-Ce, in favore della richiesta di tanti lavoratori in difficoltà. La mediazione era andata a buon fine.

Tutta la vicenda sembrava essersi incamminata su una normale trattativa sindacale, con un risultato positivo accettato dalle parti. Sembrava, perché in modo sconsiderato e irresponsabile qualcuno ha inteso intervenire, non in appoggio alla richiesta espressa dai lavoratori ma, in modo strumentale, per far saltare l’accordo stesso raggiunto fra le parti. A discapito dei lavoratori. Infatti, si è cercato, e ottenuto, una grande confusione che ha preso il sopravvento disorientando i 48 lavoratori firmatari dell’appello, che non avevano più la certezza se le visite per loro si sarebbero potuto svolgere in città. La confusione è stata alimentata anche dalla successiva richiesta, del CUB Na-Ce, di ridurre il numero dei lavoratori da poter sottoporre a visita in città, accampando motivi molto discutibili. L’intervento, sconsiderato e provocatorio, è stato condotto coscientemente anche contro questo sindacato, in quanto era ben noto che aveva manifestato l’intenzione di supportare l’azione del Comitato che, per sua stessa natura, ha dei limiti di agibilità, in modo da delegittimarlo agli occhi dei lavoratori e della pubblica opinione. Agendo in questo deprecabile modo, si è superato, di molto, ogni limite di una sana concorrenza e competizione.

Il concreto risultato è evidente, quindi da tutti comprensibile. Per questo è moralmente non sopportabile da questo sindacato. Non si può far finta di non aver capito! Non si è badato affatto alle gravi conseguenze che avrebbero sofferto tanti lavoratori e sulle difficoltà che, inevitabilmente, sarebbero state create anche a questo sindacato, pur di fare la guerra a Piero Mancini e Antonio De Ianni, che hanno avuto il merito di sollevare la problematica. Perché, mi chiedo, tanto acredine verso due lavoratori che da anni portano avanti una lotta giusta e seguita da una città intera? A chi dà fastidio il loro concreto, e ben calibrato, intervento pubblico? Forse con il loro agire, e le pubbliche denunce, recano fastidio a chi vorrebbe poter manovrare con tranquillità una massa tanto grande di lavoratori, e gestirli per personali tornaconti? E’ inaccettabile questo modo di fare sulla pelle dei lavoratori, ridotti a strumenti passivi da utilizzare e manovrare per bieche ripicche personali. Per quale cinico motivo si è voluto, artatamente, imporre a tanti lavoratori di recarsi a Giugliano, quando era possibile far svolgere le visite in città a tutti coloro che lo avevano chiesto? Forse per dimostrare di detenere un potere decisorio elevato, e che si è capaci di esercitare il controllo su tanti lavoratori indirizzandoli seconda la propria volontà? Un segno di potenza, da dimostrare non solo a se stessi? Tutto ciò non è normale. Non è accettabile e confligge con ogni umana logica e etica, al di là dell’intervento sindacale. Che potrebbe essere anche discutibile, a volte o molte volte, ma a tanto non si era mai arrivati. Pubblicamente e sotto i riflettori della stampa, sconcertata, come i lavoratori e i cittadini beneventani, per ciò che accade in questa vicenda. Mai, nella nostra città, si erano raggiunti livelli tanto esecrabili. Che fanno del male a tutto il movimento sindacale, già in più occasioni fortemente criticato. Urge fare pubblicamente chiarezza su una vicenda che ha visto coinvolti tanti lavoratori, se si vuole riconquistare la credibilità fortemente lesa da un comportamento incomprensibile e non più accettabile”.