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E’ una delle categorie commerciali che vive il maggiore disagio alla vigilia della fase due. Sono gli ‘hair stylist’, al momento tenuti in quarantena fino ai primi giorni del mese di giugno. In attesa di buone nuove, ci arriva una lettera firmata dal neo presidente provinciale della FIB (Federazione Italiana Barbieri):

Sono Andrea Lepore, giovane parrucchiere/barber di Baselice, neo nominato presidente provinciale della FIB (federazione italiana barbieri). La FIB nasce, da un idea di Fabio Pellegrino e altri colleghi, proprio con lo scopo di creare unione e coesione nella categoria (principi fondamentali, sopratutto, in periodi come questi), organizzando meeting, corsi e cercando di tutelare i diritti di tutta la categoria.

In queste vesti, anche io, vorrei esprimere alcuni pensieri sulla nostra categoria. Mi rivolgo ai miei colleghi e tutti i nostri clienti. Il periodo che stiamo vivendo ha cambiato noi, le nostre abitudini e i nostri modi d fare, portandoci a riflettere su varie questioni e a fare alcune valutazioni. Una cosa è certa: nessuno di noi era preparato a tutto questo. Dopo l’ultima conferenza di Conte sento tanti di noi arrabbiati, sicuramente giustificati dal fatto che ci si trova senza poter lavorare e senza garanzie economiche.

La federazione, così come tutte le altre associazioni di settore, si sono subito attivate, facendo sentire la loro rabbia per via della mancanza di una programmazione adeguata della riapertura dei nostri saloni da parte delle istituzioni (anche se, dalle ultime notizie, sembra che qualcosa stia cambiando). Avrete sicuramente notato sui social alcune manifestazioni di protesta da parte di esponenti della categoria alle quali si aggiungono considerazioni sulla problematica del lavoro nero che interessa la nostra professione.

A mio parere, questo fenomeno va sì contrastato, ma evitando di demonizzare ed infierire inutilmente su coloro che intraprendono l’attività in nero. Credo che, piuttosto, vada contrastato chiunque in questo periodo mette a rischio la salute di tutti con pratiche imprudenti, a prescindere dal modo legale o meno di svolgere il proprio lavoro. Con questo non voglio giustificare chi opera nel settore in maniera illegale ma a ben guardare questa pandemia ha solo messo in evidenza criticità già esistenti nel nostro ambito lavorativo e che non sono in ogni caso la causa principale della diffusione del coronavirus.

Ora, anche se non è facile dobbiamo cercare di non fomentare la rabbia tra noi colleghi, scagliandoci l’uno contro l’altro ma è necessario lottare tutti insieme contro questo nemico invisibile. Il messaggio da far arrivare ai clienti è che scegliere un professionista dà più garanzia sul servizio offerto mentre allo Stato dobbiamo far presente che noi siamo pronti e in condizione di lavorare nel pieno della sicurezza poiché siamo in grado di adottare tutte le misure anticontagio e quindi di operare nel pieno rispetto delle regole, dando la possibilità ai clienti di usufruire di un servizio sicuro e in regola. Al di là di tutto saranno sempre i clienti a decidere di affidarsi o meno alle nostre mani. Solo tutti insieme ce la faremo!”