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Benevento – Il valore della memoria e quello profondo della giustizia segnalate agli studenti delle Superiori in due diversi momenti egualmente carichi di significati. Prosegue in questa direzione l’impegno di Libera Benevento che oggi ha trasmesso questi messaggi dapprima presso il Liceo Scientifico “Rummo”: questa mattina gli ambienti scolastici di via Santa Colomba hanno ospitato la testimonianza di Maria Grazia Mandato, figlia del maresciallo della Polizia Penitenziaria, Pasquale, ucciso il 5 marzo di 40 fa nel casertano nel corso di un agguato. La Giornata di ricordo e di commozione promossa da Libera Benevento ha quindi vissuto un secondo momento: dopo il primo con gli studenti del Liceo Rummo, se ne è avuto subito dopo un altro con i ragazzi dell’Iti Lucarelli che nella parrocchia di Santa Maria della Verità nel rione Triggio, hanno commemorato don Carlo Lombardi, parroco di quella Chiesa che insiste proprio accanto al Teatro Romano e che fu ucciso probabilmente perché aveva scoperto dei ladri oppure perché vittima sacrificale di una banda camorristica che volle farlo tacere per sempre. Michele Martino, appena riconfermato referente per Libera di Benevento, ha voluto sottolineare: “Ricordiamo don Carlo Lombardi proprio nel luogo dove il sacerdote fu ucciso. Nella notte del 4 marzo 1982 fu sorpreso da tre individui che si erano introdotti nella canonica forse per compiere un furto, o più probabilmente per intimidire il sacerdote. E siamo alla vigilia del quarantennale della morte del maresciallo Mandato per ricordare il significato profondo della giustizia. Lui aveva profondamente il senso della giustizia”. Quindi il referente di Libera ha continuato: “Due esempi  di giustizia: don Carlo cercò in tutti i modi di contrastare il fenomeno della droga, era la sua missione pastorale. Fare memoria  di Don Carlo significa interpellare i giovani. Occorre creare condizioni affinché i giovani siano protagonisti di questo tempo. Ancora oggi la droga è un fenomeno business delle mafie”. Infine Martino ha detto: “l’eredità che ci ha lasciato il maresciallo Mandato è quello di sviluppare la capacità di discernimento, di quello che è giusto la capacità di scegliere di schierarsi . Il suo sacrificio ci restituisce il senso della normalità”. Presente questa mattina Antonio D’Amato, magistrato Procuratore della Repubblica di Santa Marai Capua Vetere che ha spiegato ai ragazzi che lo ascoltavano: “Molto spesso tendiamo a dimenticare. Ci sono stati uomini o donne imperturbabili rispetto alle conseguenze in cui si poteva andare incontro hanno continuato con entusiasmo convinzione, spirito di servizio credendo nelle istituzioni”. D’Amato ha quindi aggiunto: “Ci sono infiltrazioni o apparentemente isole felici. E’ proprio nei territori come questo che l’attenzione deve essere rigida l’asticella dell’attenzione della sensibilità  soprattutto quando vengono in questi territori fondi pubblici dove è molto stimolante  per la criminalità organizzata accepparsi dei fondi europei. Occorre tenere alta l’asticella dell’attenzione per pervenire comportamenti futuri”. Raffaele Sardo, autore del libro “Al di la della notte, storie di vittime innocenti della criminalità organizzata”, ha così spiegato agli studenti la condizione della giustizia in alcune aree della Campania, tra  ci le quali il Sannio: “Non è che la mafia non esiste se in questi territori non si spara. L’incontro con i ragazzi è fondamentale. Mandato è stato ammazzato per aver fatto il proprio dovere. Tre macchine l e lui era solo. Ricordare il maresciallo indicare ai ragazzi la strada da percorrere quella al servizio della città”. Commossa la figlia di Pasquale Mandato: “Quando seppi la notizia io ero a scuola, al terzo anno del Liceo Scientifico. Fa tornare indietro nel tempo. C’è un riconoscimento e un attivismo dei giovani dopo tanto silenzio. Ho lavorato per mio padre e per tante vittime innocenti. Siamo riusciti a lasciare un messaggio” .